I ponti ed i viadotti dismessi dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, trasformati in uffici ed abitazioni. L’inedita proposta è emersa da un concorso di idee lanciato dal Governo italiano per cercare una destinazione alternativa alle strrutture ormai non utilizzate a causa dei lavori di ammodernamento dell’A3. Difficile, però, che si trovino i fondi per un intervento concreto. (030514 Giancarlo Frasca)
Mentre i lavori di ammodernamento proseguono, il governo italiano si interroga su una futura destinazione alternativa per ponti e viadotti dismessi dell’autostrada A3, la Salerno-Reggio Calabria. Per anni identificata come uno dei simboli dell’Italia che non funzionava, con le sue lunghe code che caratterizzavano ogni estate, problema in gran parte risolto grazie ai lavori dell’Anas, l’A3 potrebbe diventare una sorta di laboratorio di sperimentazione di una nuova forma di edilizia residenziale. Almeno è quanto sostiene uno studio francese, l’Oxo Architectes, che ha realizzato un progetto di riqualificazione quanto mai singolare che prevede di trasformare ponti e viadotti in una sorta di condominio “invertito”, per altro con vista sul mare, sfruttando le infrastrutture autostradali, presenti tra Campania e Calabria. “Il governo (italiano, NdR.) chiedeva un modo sostenibile per preservare i ponti – ha spiegato l’architetto Manal Rachdi al sito Tom’s hardware – I ponti erano così belli, e la loro posizione così strategica, che volevamo trasformarli in case”. Il concorso di idee difficilmente troverà una realizzazione pratica, anche per i costi relativi ad un’operazione del genere senza contare che ha avuto ben poco risalto sulla stampa, sia campana che nazionale. I viadotti inutilizzati, comunque, ci sono ed in qualche modo andrebbero recuperati o demoliti. Diversi i tratti dismessi dell’A3, sull’intero tracciato, a causa del ridisegno ed adeguamento dell’autostrada nel corso degli anni.
L’idea di Oxo Architects è, in sostanza, quella di convertire un viadotto in appartamenti, uffici e negozi, un concetto che trova un riscontro storico nel Ponte Vecchio di Firenze.
Lo studio di Parigi ha previsto moduli abitativi futuristici con la struttura del ponte ancora visibile, seppur ricostruita con elementi in vetro, cemento ed acciaio. “Lo chiamo condominio invertito – ha aggiunto Rachdi a Tom’s hardware – In un condominio tu vieni dal piano inferiore e sali in alto. In questo caso tu hai l’auto che ti aspetta al piano di sopra e magari scendi di 50 metri per giungere al tuo appartamento”. Un caseggiato verticale con vista sul mare della Calabria con, alle spalle, un’edilizia sostenibile, con l’utilizzo anche dell’energia geotermica. Le abitazioni e gli uffici dovrebbero essere quasi totalmente indipendenti, dal punto di vista energetico. La fonte primaria di energia, secondo Oxo, potrebbe essere del tipo geotermico con la previsione, inoltre, di un sistema di raccolta e riciclo dell’acqua piovana.
Secondo la relazione allegata al progetto “I ponti consentono un impatto limitato sul paesaggio. La cultura del bergamotto locale (Calabrese ndr) dimostra perfettamente che la regione ha un clima temperato (8 ° -30 ° C), e l’area vulcanica rivela un elevato potenziale energetico. Il clima ed il sito ispirano il progetto (…) con strutture per l’alloggio, mediche, l’entertainment e lo shopping (…) già collegate da sentieri sul mare e autostrade per le città. (…) Un sistema autonomo per l’acqua e le principali risorse energetiche attraverso l’acqua piovana e l’energia geotermica”.
Il concetto ispiratore dei Oxo è quello dell’archeologia moderna (il ponte) “il risultato di un processo di contaminazione tra l’urbanizzazione e la natura arrampicata. La vita privata abita pile verticali e supporta la socialità orizzontale delle strutture pubbliche, la situazione offre una unica e aperta a tutti, a tutti i livelli. La combinazione delle infrastrutture e l’ambiente è sufficientemente efficace per stabilire una elevata qualità della vita eco-friendly”.
La struttura ipotizzata da Oxo “aiuta a dare volume al ponte, a colonizzare i piloni (…) con una una spirale stretta con sbalzi di due metri. Strutture orizzontali intorno ai pilastri vengono creati e ospitano il programma di edilizia. Impalcati sono ispessite con spazi pubblici e sotto-servizi”.
Nell’ottica eco-sostenibile, come già detto, l’acqua piovana viene immagazzinata in serbatoi in tunnel, per la produzione di energia ed il consumo interno. Il gas necessario per le abitazioni, invece, verrebbe prodotto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici e di energia elettrica e di energia geotermica con un processo di produzione definito “hot dry rock”. (010514 Giancarlo Frasca)
Concorso internazionale / contest vincitore / Collaborazione: OFF, Philippe Rizzotti, Samuel Nageotte, Ramboll UK (Anton SAWICKI) / Partner responsabile: Vermet Tanguy, Manal Rachdi / Medaglia di bronzo agli Holcim Awards 2013