Ben quattro capoluoghi di provincia della Campania, Napoli, Salerno, Caserta e Benevento, tra le 10 città più care d’Italia per la così detta tassa sulla spazzatura. A denunciarlo l’associazione dei consumatori “Cittadinanzattiva” che ha presentato i dati relativi alla Campania contenuti nel dossier annuale rifiuti dell’Osservatorio prezzi e tariffe. Secondo Cittadinanzattiva quando si parla di rifiuti, è sempre la Campania la regione italiana al centro dell’attenzione, non solo per la gestione emergenziale ma anche per i costi elevati del servizio: a livello nazionale, infatti, la spesa media annua per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è più cara in Campania (378€) rispetto a qualunque altra regione, nonostante nell’ultimo anno si sia registrato un decremento tariffario del -1,6% (a fronte di un incremento su base nazionale del 2,1%).
“I dati relativi ai capoluoghi campani, contenuti nel dossier di Cittadinanzattiva, non possono essere confrontati con quelli nazionali – questo il punto di vista dell’assessore all’ambiente del Comune di Salerno, Gerardo Calabrese – La legge speciale varata dal governo Prodi ha previsto che, a differenza delle altre regioni, in Campania i costi della raccolta e smaltimento debbano essere coperti solo con tasse specifiche. Ci sono, poi, i problemi relativi alle carenze impiantistiche. Siamo costretti a mandare i rifiuti fuori regione. Andrebbero, quindi, analizzati non solo i costi ma, anche, i motivi che vi sono alle spalle. Senza contare che anche a livello regionale non è possibile accomunare realtà così diverse. Napoli, ad esempio, vanterebbe, secondo Cittadinanzattiva, costi maggiori di Salerno a fronte di un servizio peggiore. A Napoli la raccolta differenziata non è ai nostri livelli ed abbiamo visto quanto accaduto negli anni scorsi. A Salerno, invece, a parte il lieve calo segnalato qualche giorno fa, siamo comunque poco sotto il 70% di raccolta differenziata e la città è diventata un esempio a livello nazionale. Il nostro servizio non può essere vantato da altri comuni. E’ chiaro che quando avremo tutta l’impiantistica dedicata, ad iniziare dal compostaggio che deve ancora entrare a regime, potremo registrare dei cali. Già dall’anno prossimo, proprio con questo impianto entrato in funzione soltanto a maggio scorso, potremo avere un lieve calo. Vantaggi che sarebbero potuti essere cospicui ma che, in parte, vengono erosi dall’aumento della tariffa provinciale di smaltimento”.
Se, in ogni caso, in assoluto in Italia la spesa media annua più alta si registra in Campania, la più bassa, sempre secondo Cittadinanzattiva, si registra in Molise con 146,5€, a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese, che trova conferma anche all’interno di una stessa Regione: in Campania, a Napoli la Tarsu ammonta a ben 508€, più del doppio rispetto a quella che si paga ad Avellino (221€), ben 162€ in più rispetto a quella di Benevento, 115€ in più rispetto alla Tarsu che si paga a Caserta, 87€ in più rispetto a Salerno. Cittadinanza Attiva, tra l’altro, erroneamente indica per il capoluogo salernitano il passaggio alla Tia, ancora non effettuato a pieno.
Da notare come in Campania dal 2007 ad oggi si sia registrato un incremento tariffario (+44,3%) di molto superiore a quello registrato a livello nazionale (+14%); spiccano, in particolare, gli aumenti record di Salerno (+97,7%) e Napoli (+79,5%).
Italia che vai, rifiuti che trovi: Il Sud ne produce di meno ma gli costano di più: in media, per pagare la bolletta dei rifiuti si spende di più nelle regioni del meridione (264€), dove l’aumento rispetto al 2010 è stato dell’1,5% (+15% rispetto al 2007); seguono le regioni centrali (252€), +2% rispetto al 2010 (+14,5% rispetto al 2007) e il Nord Italia (228€) con un +2,2% rispetto al 2010 (+12% rispetto al 2007).
Di contro, è il Centro che registra la media più elevata in quanto a produzione pro capite di rifiuti: (604 kg), seguito da Nord (530kg) e Sud (493 kg).
I virtuosi della raccolta differenziata, invece, secondo l’associazione sono le regioni del Nord, nettamente avanti (48%, sostanzialmente in linea con quanto stabilisce la legge) rispetto a Centro (25%) e Sud (19%). Nel comunicato allegato al dossier, invece, Cittadinanzattiva non ricorda che proprio la provincia di Salerno è ai primi posti per differenziata e non solo con i piccoli centri, da anni ai vertici delle classifiche dei COmuni ricicloni ma lo stesso capoluogo di provincia (poco sotto il 70%).
Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva l’analisi a carattere nazionale e regionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200€ ed una casa di 100 metri quadri.
L’indagine ha riguardato tutti i capoluoghi di provincia nel 2011, ed è disponibile on line su www.cittadinanzattiva.it con il prospetto per ciascun capoluogo e la composizione delle voci di costo.
Città |
Spesa 2011 |
Spesa 2010 |
Spesa 2007 |
Variazione ultimo anno |
Variazione ultimi 5 anni |
Napoli |
€ 508 |
€ 503 |
€ 283 |
+1,0% |
+79,5% |
Avellino |
€ 221 |
€ 221 |
€ 169 |
0,0% |
+30,8% |
Benevento |
€ 346 |
€ 384 |
€ 251 |
-9,9% |
+37,8% |
Caserta |
€ 393 |
€ 393 |
€ 393 |
0,0% |
0,0% |
Salerno |
€ 421 |
€ 417 |
€ 213 |
+1,0% |
+97,7% |
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio prezzi&tariffe, 2012
Città |
Produzione pro capite rifiuti urbani kg/ab/anno 2010 e variazione su 2009 |
Raccolta differenziata 2010 e variazione su 2009 |
Napoli |
572 (-1,4 %) |
17,5% (-1,1%) |
Avellino |
461,8 (+7%) |
64,6% (+1,8%) |
Benevento |
482,6 (-5,1%) |
33,9% (+14,4%) |
Caserta |
495,7(n.d) |
46,9% (n.d) |
Salerno |
467,8 (-1,8%) |
70,7% (+10,1%) |
Fonte: Cittadinanzattiva su dati Legambiente (Ecosistema Urbano, 2011 e 2010)