Fallimento Antonio Amato. Dieci le manifestazioni d’interesse per rilevare l’azienda. Tra i nomi quelli della Garofalo e della Rummo oltre alla Caffé Motta dei Mastromartino. Il 20 settembre la pubblicazione del bando di gara che sarà aperto anche ad altre imprese che non hanno partecipato a questa prima fase.
Dieci, quindi,tra aziende del settore e società finanziarie specializzate nel rilancio di imprese in crisi, hanno formalizzato il propro interesse a rilevare l’antonio Amato di salerno, lo storico molino e pastificio messo in liquidazione dopo il fallimento dei mesi scorsi. A comunicarlo il curatore, l’avvocato Luigi Amendola che sta seguendo la delicata fase che dovrebbe portare alla cessione dello stabilimento nella zona industriale di Salerno, salvaguardando i circa 140 lavoratori. Entro le 12 di oggi, infatti, scadeva la manifestazione d’interesse per l’azienda salernitana, tra molino, pastificio, silos, per la produzione e commecializzazione di farina e pasta. Soltanto una fase preliminare, importante, però per verificare che ci fosse interesse da parte di impreditori a rilevare e rilanciare il pastificio salernitano. Tra i gruppi che hanno formalizzato l’attenzione per Antonio Amato, Rummo di Benevento, Garofano di Gragnano, la cui proprietà tra l’altro è legata da rapporti di parentela con gli Amato, l’avellinese Baronia, ed ancora Giovanni Giudice l’imprenditore siciliano che attualmente sta gestendo lo stabilimento con un contratto di fitto oltre al salernitano Mastromartino. Interessati all’azienda anche gli svizzeri della Tis Consultino, lo Studio associato Alessandrini e Valenti di Pescara (ch nel 2005 ha salvato dal fallimento la Del verde), la Rimpresa srl di Milano, l’Adicorp Spa e la Di Martino, altro storico pastificio di Gragnano. La curatela, ora, preso atto del numero e del contenuto delle manifestazioni d’interesse pervenute pubblicherà entro il prossimo 20 settembre il bando di gara aperto a tutti, con le specifiche modalità di partecipazione tra le quali la dichiarazione contente l’indicazione del mantenimento dei livelli occupazionali . La vendita avverrà a lotto unico con base d’asta di 40 milioni di euro di cui 6 milioni per il marchio ed il resto per lo stabilimento.