Ha prima sparato puntando la pistola al petto al cognato poi, alla mancata esplosione dei colpi a causa del probabile inceppamento dell’arma, lo ha colpito con un kirpan, un pugnale indiano di grosse dimensione utilizzato dalle comunità sikh, sferrando violenti fendenti alla testa, il 26enne cittadino indiano nei cui confronti nella serata di ieri la Polizia di Stato di Salerno ha eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Salerno perché gravemente indiziato del reato di tentato omicidio. Lo scorso 10 giugno, infatti, il cognato, un22enne, del giovane fermato, anche lui di origini indiane, si era recato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Ruggi di Salerno con gravissime ferite inferte al polso e all’ascella. Ferite che si era procurato a seguito di una lite che si è accesa tra i due nell’abitazione del fermato, accusato di aver tentato di uccidere il cognato, a Pontecagnano Faiano. Questioni economiche quelle che ci sono dietro le lite, la vittima, infatti, aveva corrisposto dei soldi all’uomo fermato, ma non aveva più ricevuto nulla in cambio. Il fermo è stato disposto a seguito di quanto emerso dall’attività di indagine, che è stata avviata immediatamente dalla Squadra Mobile di Salerno con il coordinamento della Procura della Repubblica e che ha  consentito di acquisire, anche traverso l’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, elementi indiziari a carico dell’uomo fermato. Le indagini sono anche servite per appurare la totale estraneità ai fatti di un giovane tunisino che aveva accompagnato il ferito al pronto soccorso, confermando in quella circostanza la versione che era stata fornita dal 22enne. Inoltre, nell’abitazione del fermato e sul suo luogo di lavoro, un’azienda agricola di Acerno, sono state trovate numerose armi bianche, tra il kirpan, il pugnale probabilmente utilizzato come arma del delitto. Gravi, invece, sono state le conseguenze per la vittima che, al momento della lite e poi dell’aggressione da parte del cognato, aveva provato a difendersi alzando il braccio per proteggere il capo, parando così i colpi mortali. Le gravi ferite che comunque gli sono state inferte hanno causato la quasi totale amputazione dell’arto, salvato grazie ad un lungo e complesso intervento chirurgico eseguito in urgenza all’Ospedale Pellegrini di Napoli