C’è preoccupazione nel Vallo di Diano dopo il sequestro di liquami velenosi provenienti dal milanese. I sindaci del territorio chiedono verifiche su tutta l’aria. Il timore e che quel carico di veleno non sia stato il primo ad arrivare nella zona che fu già al centro dell’inchiesta Chernobyl.

Sarà l’imprenditore 56enne di Sassano preso insieme all’autista del camion, un 26enne di Sala Consilina, che trasportava i veleni a dover dire se quel carico di  16 mila litri di idrossido di potassio sequestrato dai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, fosse il primo o l’ultimo di una lunga serie. La Procura di Lagonegro sta lavorando per capire se si tratti o meno di un traffico organizzato di rifiuti speciali pericolosi diretti nel Vallo di Diano. Il timore è fondato. Già in passato alcuni terreni della zona erano finiti al centro di un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere perché risultava vi fossero stati interrati rifiuti speciali. L’inchiesta Chernobyl, come fu chiamata, avviata circa 10 anni fa, si concluse con un nulla di fatto per i tempi lunghi del processo e senza che si chiarisse del tutto la portata del fenomeno.  Risposte che ora i primi cittadini dell’area a sud di Salerno chiedono con forza. Il sindaco di Sant’Arsenio donato pica annuncia che  convocherà  in pochi giorni un incontro con tutte le autorità competenti in materia di rifiuti  e di ambiente a livello provinciale e regionale.” Gli fa eco il primo cittadino di Polla, Rocco Giuliano che annuncia di essere pronto a costituirci parte civile nel processo.  Intanto l’Asl e l’Arpac, sono già state chiamate  a verificare la pericolosità del materiale rinvenuto, insieme a loro  il Dipartimento di prevenzione, il Parco, la Comunità Montana, le associazioni come Fareambiente. Informato anche l’assessore regionale Fulvio Bonavitacola. Si dovrebbe pensare ad un monitoraggio a largo raggio su fiumi, sorgenti e quant’altro” sostiene il responsabile del Codacons Vallo di Diano Roberto De Luca.

 

Di alfonso