Una seduta all’insegna del caos al consiglio regionale della Campania interrotto quattro volte, per l’occupazione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle della presidenza e sciolto definitivamente poco prima delle 17. Duro confronto tra maggioranza ed opposizione. E’ saltato l’intervento del Governatore De Luca. L’assemblea ha, comunque, approvato il testo di legge sul sistema idrico, contestato, al pari della situazione venutasi a creare con il caso Mastursi, dai Grillini. (161115)
Presidi, urla, occupazione della Presidenza, quattro sospensioni ed alla fine lo scioglimento e l’impossibilità di completare la seduta. Questo quanto accaduto nel primo consiglio regionale della Campania dopo il caso Mastursi e le dimissioni dell’ex capo della segreteria del Governatore, atteso tra l’altro nell’assemblea per spiegare quanto accaduto. Un intervento che, proprio per la dura protesta messo in atto dal Movimento 5 Stelle alla fine è saltato. Una giornata all’insegna della confusione, al centro direzionale di Napoli dove gli esponenti pentastellati, dopo aver inizialmente presidiato la sede del Palazzo, hanno occupato la Presidenza, all’interno dell’aula, al grido di acqua pubblica, acqua pubblica, criticando il testo di legge sul riordino del sistema idrico, presentato dalla maggioranza ed alla fine comunque approvato. Impossibile o quasi, per il presidente dell’assemblea, Rosetta d’Amelio portare avanti i lavori. Dopo una prima sospensione, la D’Amelio ha convocato la conferenza dei capigruppo tra le polemiche e le proteste del Movimento 5 Stelle e, dopo aver incassato il via libera di quasi tutti, tranne ovviamente i grillini, ha riaperto la seduta, chiedendogli di lasciare i banchi della presidenza ma Ciarambino e gli altri consiglieri regionali hanno ignorato l’appello. A quel punto l’assise si è trasformato in una sorta di curva da stadio. Da un lato i consiglieri rimasti al proprio posto a gridare pagliacci, dall’altro i pentastellati a replicare vergogna.
Questo ha provocato la seconda sospensione con il capogruppo dei verdi, Francesco Borrelli, che ha accusato i consiglieri del Movimento 5 Stelle di essere come l’isis, tenendo una istituzione in ostaggio. Un’accusa ribadito al tentativo di ripresa dei lavori quando i pentastellati hanno continuato a protestare anche durante l’intervento del consigliere De Pascale che ha commemorato le vittime degli attentati di Parigi. A quel punto il centrodestra ha abbandonato l’aula in segno di protesta contestando alla presidenza di non far rispettare il regolamento. I lavori sono comunque proseguiti con l’approvazione in pochi minuti del testo sul riordino del servizio idrico. A quel punto gli animi si sono ulteriormente surriscaldati con la 5stelle Muscarà che ha cercato di strappare il microfono alla presidente. Scontata la terza sospensione in tre ore con la D’Amelio che è stata colta da malore ed ha dovuto far ricorso alle cure del 118. Al nuovo tentativo di riprendere la seduta a presiedere è stato il vice Tommaso Casillo interrotto anche lui da Valeria Ciarambino che ha cominciato a leggere la mozione di sfiducia a De Luca dei Cinque Stelle. Dopo meno di dieci minuti, lavori sospesi e nuova convocazione della conferenza dei capigruppo. Anche l’ultimo tentativo di portare avanti i lavori si è concluso con un nulla di fatto dopo che il Governatore aveva assicurato la sua partecipazione, ma soltanto se il Movimento 5 Stelle avesse rimosso l’occupazione della presidenza, cosa che non è accaduta.
Alla fine la seduta è stata sciolta per “l’impossibilità – ha annunciato all’aula il vicepresidente del Consiglio Tommaso Casillo – di proseguire i lavori”. “L’Ufficio di Presidenza – ha aggiunto Casillo – valuterà nelle prossime ore quanto accaduto in aula e i comportamenti tenuti”.