Il giovane Alessandro Panariello ha perso la vita mentre lavorava in un palazzo in ristrutturazione nel centro di Scafati. Venerdì scorso il giovane è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando. Sono cinque le persone iscritte nel registro degli indagati, l’indagine è coordinata dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore che ha disposto il conferimento dell’incarico per l’autopsia sul corpo della vittima. Intanto la madre e la compagna della vittima, entrambe residenti a Poggiomarino, assistite dagli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, hanno presentato querela ai carabinieri della Tenenza di Scafati, spiegando che il 21enne aveva lasciato la scuola per aiutare la famiglia da almeno sette anni e da allora lavorava in nero come operaio edile per la ditta – Arco Legno srl dove prestava servizio anche venerdì durante l’incidente. Più volte, hanno raccontato le due donne, il 21enne aveva chiesto al datore di lavoro di metterlo in regola e di aumentargli la paga giornaliera, che era di 50 euro, e più volte ci aveva litigato per la mancanza di sicurezza, tanto da interrompere il lavoro e tornarsene a casa. Anche venerdì 17, è stato sottolineato in querela, il 21enne aveva chattato con la compagna e in un messaggio audio le aveva detto che non voleva più lavorare per il titolare dell’azienda.