Il mondo dell’impresa salernitana piange il cavaliere Peppino Amato. Lo storico proprietario del pastificio Antonio Amato, per anni storico sponsor della Salernitana oltre che della nazionale di calcio, recentemente rilanciato dopo il fallimento dalla Di Martino di Gragnano. Per anni punto di riferimento per l’economia locale ed italiana, è scomparso a novantan’anni a Santa Maria di Castellabate.(070916 Franco Esposito)

La Pasta per oltre cinquant’anni in Italia è stata la sua. Originario di San Cipriano Picentino, Giuseppe Amato, cavaliere del lavoro, avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 21 settembre. Nel 1951, assieme allo zio Antonio, rilevò la più antica casa di pastai salernitani, la “Rinaldo & C. S.A.”, fondata nel 1868, e si lanciò nell’avventura imprenditoriale, abbandonando la tradizione centenaria di famiglia del commercio e costruendo l’azienda leader in Italia nella produzione di pasta e derivati del grano tenero e duro.  Il papà emiliano, il nonno ed il bisnonno erano commercianti di generi alimentari. Tutta la sua famiglia, da parte del padre ma anche da parte della mamma, Nicoletta D’Ascoli, era originaria di San Cipriano. Giuseppe Amato inizia a lavorare prestissimo, alternando gli studi al lavoro nell’azienda commerciale di famiglia. Erano gli anni del dopoguerra. Gli Alleati diedero all’azienda della famiglia Amato l’incarico di distribuire le derrate, con il sistema del tesseramento. Nel 1951 inizia l’attività industriale nel settore dei Molini e Pastifici. Giuseppe Amato e lo zio Antonio partecipano al riammordernamento di due antiche case di pastai che erano in crisi, il Molino Pastificio Rinaldo e Il Molino Pastificio Scaramella. La sfida era quella di unire il fattore industriale a quello della distribuzione. Una delle due case, la “Rinaldo & C. S.A.”, divenne “Rinaldo & Amato”, per essere poi assorbita, nel 1958, nella Antonio Amato & C. – Molini e Pastifici in  Salerno SPA. Negli anni cinquanta e sessanta, con Menna sindaco, il Pastificio Amato costurì la sua fortuna. Il momento più bello – ricordava il cavaliere – quando negli anni Sessanta fu costruito il nuovo stabilimento, che costituì un vero e proprio modello organizzativo e industriale in Italia, e poi negli ani ottanta, col trasferimento nella zona industriale. Il resto è storia recente: l’inchiesta, il processo, le divisioni familiari, in particolare col nipote Peppino juinir. Il cavaliere Amato vantava una lunga militanza nell’associazione degli industriali. Nel 1969 fu il primo Presidente della neonata Unione Industriali Pastai Italiani (UN.I.P.I.). Ha più volte ricoperto la carica di Presidente di Assindustria Salerno, oltre ad essere stato Presidente della Federindustria Campana e membro della Giunta di Confindustria.
Negli anni ottanta fu fra gli elementi di punta della FISA, La società che rilevò la Salernitana e poi storico sponsor della squadra granata. Pastificio che abbinò il suo marchio anche alla nazionale di calcio.