Sigilli questa mattina ai cantieri di porta Ovest Salerno. Uomini della Direzione investigativa Antimafia e della Polizia Scientifica si sono presentati sia in via Ligea che in via Sorgente, nei pressi dei vecchi caselli autostradali per sequestrare le aree. Divieto assoluto di accesso su disposizione della Procura di salerno nell’ambito di un procedimento penale. (030615 flash)
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Dopo gli stop dei mesi scorsi, il cantiere di Posta ovest, la grande opera in corso di realizzazione nell’area portuale di Salerno, per realizzare un doppio tracciato di galleria e collegare, così, direttamente lo scalo commerciale del capoluogo con un retroporto e, soprattutto, le autostrade, deve fare i conti con un nuovo provvedimento giudiziario. In mattinata, infatti, nei due ingressi del cantiere, sia in prossimità dei vecchi caselli autostradali che in via Ligea si sono presentati gli uomini della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, diretti dal vicequestore Antonio Galante, per notificare un provvedimento di sequestro probatorio delle aree su disposizione della Procura di Salerno, per l’accertamento dei fatti in base all’articolo 253 e seguenti del codice di procedura penale finalizzato alla ricerca degli elementi di prova. Un provvedimento nell’ambito del procedimento penale 13688/13/21. Una interdizione totale all’accesso dopo aver sgomberato il cantiere dai mezzi delle ditte subappaltatrici e dagli operai, poco più di un centinaio, tra lavoratori diretti ed indiretti. Subappalti non coinvolti, quindi, nella vicenda, tra questi quello della Marinelli impegnata per il movimento terra che ha potuto portar via i mezzi, così come le altre ditte esterne. Sul posto anche gli uomini della Polizia Scientifica per una serie di verifiche nelle gallerie. Secondo le prime indiscrezioni, infatti, riportate dalle organizzazioni sindacali, infatti, alla base del nuovo sequestro potrebbe esserci una mancata rispondenza tra i materiali adoperati e quelli previsti dal capitolato. Una tesa da confermare con il verbale stilato sul posto. Se così fosse, occorrerà verificare la situazione con la nomina di periti di parte e chiarire la vicenda. Preoccupazione da parte dei sindacati e degli operai. 80 quelli diretti oltre a tre subappalti ed all’indotto che rischiano di restare senza lavoro, senza trascurare l’allungamento dei tempi e l’incertezza sul completamento dell’opera ed eventuali rischi aggiuntivi per i finanziamenti europei, legati a scadenze certe.
Non è la prima volta che i lavori di Porta Ovest si fermano. Un anno fa i Carabinieri del Noe sequestrarono due impianti per la produzione di calcestruzzo e la frantumazione dei materiali inerti risultati privi dell’autorizzazione per l’emissione di polveri in atmosfera, obbligatoria per quelle lavorazioni da cui potrebbero generarsi sostanze nocive. Il sequestro fu successivamente bocciato dal Riesame. A novembre era toccato intervenire al nucleo di polizia tributaria della Finanza. Ora il turno della Dia.