Se per piazza della Libertà il futuro resta incerto, al contrario per il Crescent, l’edificio semicircolare che l’abbraccia, ci sono novità di rivileo. I tre superperiti incaricati dal Consiglio di Stato di verificare i dubbi emersi in particolare sul rischio sismico della struttura, hanno consegnato, con un giorno di anticipo rispetto al previsto, la loro relazione. Il 15 ottobre l’udienza di merito a Palazzo Spada. (190913)
Con 24 ore di anticipo, rispetto a quanto fissato dal Consiglio di Stato, i tre tecnici dell’Università La Sapienza di Roma hanno presentato la verificazione di compatibilità sismica del Crescent, promuovendo a pieni voti l’edificio progettato dall’architetto Bofill per delimitare Piazza della Libertà a Salerno. I tre ingegneri, Luis Decanini, Achille Paolone e Sabastiano Rampello, a dieci giorni dal sopralluogo nell’area di cantiere e dall’incontro con tutte le parti interessate al progetto, hanno risposto ai giudici di Palazzo Spada che, nell’ordinanza collegiale del 24 aprile scorso, avevano richiesto un parere tecnico super partes sul rischio sismico, valutando la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione, le parti del progetto idonee a determinare un eventuale rischio e le misure necessarie ad evitarlo. Secondo i superverificatori, come si legge a pagina 52 della relazione, “l’opera Crescent, nella sua versione definitiva” è “conforme alla normativa antisismica vigente”, con un rischio sismico pari a quello ritenuto ammissibile dalla norma Ntc2008. Una pericolosità valutata con riferimento all’area di sedime dell’opera secondo quanto richiesto. L’esosizione, inoltre, ovvero l’importanza della stessa, è stata contemplata nella classe d’uso III, propria di costruzioni importanti.
Anche le verifiche di sicurezza della liquefazione e quelle agli stati limite ultimi e di esercizio delle opere di fondazione, nonché strutturali e di elementi non strutturali, secondo i tre tecnici, sono state condotte nel rispetto di quanto previsto.
Addirittura Decanini, Paolone e Rampello, hanno evidenziato che la capacità dissipativa del Crescent è risultata maggiore rispetto a quella assunta nei calcoli, a conferma delle ipotesi cautelative, a favore della sicurezza adottate nel progetto. In estrema sintesi, cioé, per il Crescent sarebbero stati adottati accorgimenti di sicurezza maggiori rispetto a quanto richiesto dalla legge.
Concluso il lavoro dei superverificatori, quindi, a questo punto l’attesa è per il 15 ottobre, quando ci sarà l’udienza di merito al Consiglio di Stato nella quale la questione Crescent potrebbe chiarirsi una volta e per tutte, almeno come auspicato nelle scorse settimane dai legali dell’impresa impegnata nei lavori e dal Comune di Salerno.
LA REPLICA DI ITALIA NOSTRA
La perizia non ha convinto, però, Italia Nostra per il quale i problemi resterebbero e sarebbero sostanziali.
“Italia Nostra ribadisce la nullità delle verificazioni per l’assenza di uno dei componenti del collegio designato dal Consiglio di Stato.
Non solo irregolarità formali ma anche sostanziali –secondo l’associazione- perché per il Crescent è stato usato lo stesso metodo impiegato per la piazza.
I lavori strutturali, iniziati per il Crescent nel 2011, sono stati realizzati per oltre due anni con un’autorizzazione sismica assolutamente carente, sul piano tecnico e amministrativo, come ha dovuto riconoscere anche il verificatore sismico, ingegner Rampino, dirigente del Genio civile.
Incredibilmente, nel mese di luglio 2013, la società Crescent ha presentato una richiesta di variante sostanziale al Genio civile –a lavori già eseguiti-, variante che è stata l’oggetto di verificazione da parte dei due professori della Sapienza.
In materia sismica la denuncia deve avvenire prima del concreto inizio dei lavori e su tale principio proprio la sesta sezione del Consiglio di Stato si è già pronunciata nell’anno 2010 in una causa analoga che vedeva coinvolto un comune della regione Campania.
Anche da un punto di vista penale, la “sanatoria sismica” in materia di opere in conglomerato cementizio o nell’ambito delle zone vincolate paesaggisticamente non determina l’estinzione del reato, giurisprudenza pacifica, questa, della Cassazione penale.
I verificatori, non da ultimo, hanno omesso di accertare l’incidenza delle fondazioni del Crescent già realizzate sulle condizioni idrogeologiche e sismiche dell’intera area di Santa Teresa. Ancora una volta, anche questi nuovi verificatori non hanno risposto sulla grave circostanza che sia la piazza sia il Crescent si stanno realizzando sull’originario alveo del torrente Fusandola. Tali circostanze sono oggetto dei motivi aggiunti presentati lo scorso agosto in Consiglio di Stato e sugli stessi la risposta la darà il supremo organo della giustizia amministrativa.
E’ possibile spostare un fiume? E’ possibile costruivi sopra?”