Sindacati e vertici aziendali del Cstp si sono aggiornati alla prossima settimana per trovare un accordo sugli esuberi. Apertura, da parte del consorzio, ad una integrazione conomica per i lavoratori da accompagnare alla pensione e per quelli che saranno messi in cassa integrazione. Netto no, invece, dai sindacati alla riproposizione dei contratti di prossimità. (030114)

Nemmeno il secondo incontro tra sindacati e vertici del Cstp, presso la sede di Salerno, di piazza Luciani, dell’azienda salernitana della mobilità, è bastato per trovare un accordo sugli 80 esuberi denunciati dai vertici del consorzio alla luce dei nuovi tagli al trasporto pubblico locale. Un milione e mezzo di chilometri in meno all’anno per i collegamenti extraurbani che si tradurranno in circa 250 mila euro in meno al mese dalla Regione Campania. Numeri che porterebbero al taglio di quasi 100 unità lavorative coinvolgendo, per la prima volta, anche il personale di guida, cioé gli autisti. Nonostante tutto, secondo le organizzazioni sindacali, ci sarebbe stata un’apertura da parte del Cstp a valutare una nuova proposta avanzata nel secondo incontro, cioé quella dell’integrazione da parte dell’azienda per i lavoratori, una quarantina che saranno accompagnati alla pensione, peré aventi detemrinate caratteristiche di età e contributi versati. Lo stesso potrebbe essere valutato anche per gli altri 40 da mettere in cassa integrazione a zero ore. Il tutto cercando di far convivere le esigenze dei lavoratori con quelle, di bilancio, dell’azienda. Seppur non potendo prendere impegni precisi, vista l’assenza del commissario straordinario Raimondo Pasquino, il direttore generale del Cstp avrebbe mostrato interesse per la proposta. Il tutto sarà discusso in un nuovo confronto che ci sarà la prossima settimana. Respinta dai sindacati, invece, la riproposizione dei contratti di prossimità da adottare per far quadrare i conti. Decurtazioni economiche che, sempre secondo le organizzazioni dei lavoratori, non sarebbero applicabili anche alla luce delle aspettative per possibili aumenti di introiti legati alla introduzione, a breve, della bigliettazione aziendale, con l’abbandono del Consorzio Unico Campania.