Il detenuto, già noto per i suoi comportamenti aggressivi all’interno dell’istituto penitenziario, questa volta ha appiccato il fuoco nella sua cella. Lo ha fatto per tre volte con l’obiettivo di essere trasferito al Reparto di Articolazione Mentale per poi accedere, secondo quelle che erano le sue intenzioni, ad una comunità. Questa la nota del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Nella mattinata di ieri, un detenuto, già noto per aver posto in essere atti turbativi dell’ordine e della sicurezza interni al Reparto in cui è ristretto, ha incendiato per ben tre volte la cella, pretestuosamente, perché voleva essere inserito nel Reparto Articolazione Mentale così (secondo lui) sarebbe riuscito ad accedere ad una comunità”. A dare la notizia è il Segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Tiziana Guacci, che aggiunge: “L’uomo, nonostante sia pericoloso per la gestione del carcere perché inviso alla popolazione detenuta ed aggressivo nei confronti di tutti gli operatori penitenziari, continua a permanere presso la Casa Circondariale di Salerno. E sempre ieri, nel pomeriggio, ha appiccato nuovamente il fuoco nella cella con il pretesto di andare in infermeria. Quando il personale di Polizia Penitenziaria ha aperto la cella, il detenuto si è reso protagonista di ulteriori gravi atti di violenza: sputava, prendeva una sedia e la scagliava contro un Agente, procurandogli contusioni al polso, minacciava l’Ispettore di Sorveglianza Generale alla gola con un pezzo di ceramica e sferrava un forte pugno alla schiena ad un altro poliziotto accorso”. Nel caos che è seguito, prosegue la sindacalista, “i Baschi Azzurri sono riusciti ad accompagnare il detenuto in infermeria, dopo non poche umiliazioni, vessazioni e violenze. E anche lì, il detenuto distruggeva una stanza dove sono custoditi farmaci pericolosi: successivamente, riusciva ad impossessarsi di psicofarmaci presenti nell’infermeria e li ingeriva ponendo resistenza al personale. Veniva nuovamente accompagnato in ospedale”. Netta la denuncia del SAPPE: “Il detenuto in questione è diventato ingestibile ed il personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Fuorni è stanco e demotivato dalla mancata adozione di soluzioni concrete. Insomma, sembra quasi che il controllato controlli i controllori! Da troppo tempo il Sappe denuncia il mancato trasferimento dei detenuti fuori regione: ed il grave è che, nonostante ciò, riscontriamo la totale assenza di risposte”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia che “la situazione al carcere di Salerno e nelle altre carceri campane è allarmante anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi oramai all’ordine del giorno. Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”. “Non è più rinviabile”, conclude il leader del SAPPE, che per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche, “dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.