«Domenica, ore 14.20 mi arriva un messaggio, sono in treno a Formia verso casa. L’avvocato legge il messaggio e mi chiede l’ora. Così lo invito a casa. Lui mi prende e mi dice che sono esonerato. Non ci sono dimissioni, rescissioni. E perchè? Cosa ho fatto? Ci sono dei giocatori che non sono contenti della tua gestione. Primo, non conosco un sistema in cui si gioca in dodici, ma è fisiologico che in ogni squadra qualcuno resta fuori, e chi resta fuori non è mai contento. L’unica motivazione che mi ha dato è che ci sono troppe chiacchiere. Appena Fabiani esce di casa mia, lo richiamo e chiedo se posso telefonare Lotito. Lo dico che il suo direttore mi ha esonerato e lui mi dice che ha troppe cose a cui pensare, gli hanno detto che ci sono troppe chiacchiere e troppi problemi. Troppi problemi? Allora torna con me all’Hotel, torna con me a Pizzoferrato, torna con me quando ho fatto giocare i ragazzini. Avevamo 100 problemi, eravamo arrivati a 35. Ancora pochi giorni e si sarebbe chiuso il mercato e chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori, tante voci si sarebbero sopite. Adesso io mi chiudo a riccio in depressione e rimonto il mosaico. Ho aspettato tre giorni per avere la mente lucida e non essere contraddetto. E colui che finora mi ha detto che a Salerno non si può parlare e che voleva fermare questa conferenza parla ogni giorno ai giornali sui siti e dà sempre una versione diversa. Una volta è esonero, un’altra dimissioni. Fai pace col cervello. Ripensa a quella cazzata del 17 agosto, chiediti se la rifaresti».
Con queste parole, solo uno stralcio di oltre due ore di conferenza stampa, l’ormai ex allenatore della Salernitana, Mario Somma, ha detto la sua sul divorzio con il club granata. L’incontro con i giornalisti ed un centinaio di tifoai al Polo Nautico.
Somma ha comunque invitato la tifoseria a sostenere la squadra in questo campionato, facendo gli auguri al nuovo tecnico Menichini ed elogiando la proprietà. «Con me Lotito e Mezzaroma non hanno mai sbagliato una virgola, una parola o un gesto. Io non posso che parlarne bene di loro e della società. E vi spiego perchè. Quando ci siamo visti a Villa San Sebastiano a Roma, lui mi ha detto questo è il budget e questo l’obiettivo. Ed è un budget di tre volte superiore a quello di una squadra di Serie C media. E cosa devo dire io ad un presidente del genere. Io gli dico sì. Poi gli indico un nome, lui davanti a me chiede chi è l’agente e sblocca la situazione. In un minuto. Era Cani. Però la stampa era a tre metri e sente tutto. Cani è un grande giocatore ed un talento ed a chi gli esplode in mano fa un affare. Ho un presidente che mi accontenta subito sul mercato: dico Gabionetta ed arriva Gabionetta, dice Giandonato ed arriva, dico Cacia e Cacia è preso. Per Sforzini il problema è della società in uscita, ma con noi non ci sarebbero stati problemi. Lui ha tante cose da fare, e deve giudicare i fatti non le chiacchiere. Se non vanno cambia e così ha fatto con me. I motivi? Capiamoli insieme, perchè io vi ho raccontato alcuni aneddoti…».


(210814)