Ci sono anche due salernitani, residente in provincia, tra le 7 persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito di un’operazione svolta dalla Guardia Finanza d Potenza e che ha consentito di portare alla luce un sistema fraudolento e illecito finalizzato a conseguire titoli di studio e abilitazioni professionali. Nei guai dunque anche un 49enne di San Pietro al Tanagro e una 43enne di Polla. Accusati, assieme alle altre cinque persone di associazione per delinquere finalizzata ai reati di falso. Indagate inoltre circa un centinai di alter persone tutte beneficiarie dei titoli di studio e abilitazioni professionali false che quindi sono stati sequestrati. La complessa attività investigativa in materia di rato contr la fede pubblica e altro sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria dalla Guardia di Finanza di Potenza. In mattinata oltre 100 militari delle Fiamme gialle, quindi, sono entrati in azione su tutto il territorio nazionale per dar esecuzione all’ordinanza di misure cautelare emessa dal GIP di Potenza. Un’attività di indagine che ha consentito di ricostruire come veniva conseguiti i titoli e le qualifiche riconosciute a livello nazionale ed europeo e che erano utili all’incremento del punteggio attribuito ai candidati al momento dell’inserimento nelle graduatorie per concorsi pubblica e per svolgere diverse funzioni lavorative. Negli esami online gli studenti iscritti al corso venivano sostituti per alterare gli esiti delle prove d’esame, con i sistema di sicurezza ce venivano alterati inducendo le scuole al rilascio delle certificazione che in realtà non erano attribuibili a chi veniva esaminato. Ancora poi, in ambito universitario, gli esiti degli esame riferiti a corsi di laurea online venivano alterati attraverso un applicativo raggirando i sistemi di sicurezza, in otre in ambito sanitario veniva attesta la falsa presenza di studenti duranti il tirocinio obbligatorio per il conseguimento della qualifica di OSS, fornendo poi loro supporto durante le prove d’esame. Nell’ambito dell’indagine si è dunque fatta luce sull’associazione che aveva svolto in Campani e in altre regioni d’Italia un’attività di scouting della clientela e che intratteneva rapporti con istituti formatici tra le province di potenza e Napoli.