Giornata della verità per il Presidente della Giunta regionale della Campania, De Luca, e per l’amministrazione comunale di Salerno. Oggi l’udienza conclusiva per il processo Crescent con le repliche dell’accusa.(280918)

Attesa per la sentenza i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno sul processo Crescent che vede coinvolti il Presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca e con lui altre 21 persone tra amministratori, funzionari ed imprenditori. La giornata ha proposto innanzitutto le repliche dell’accusa alle dichiarazioni spontanee rilasciate da De Luca prima dell’estate quando aveva definito l’intervento di Santa Teresa la manovra urbanistica più controllata e più indagata d’Italia, durata un decennio con l’obiettivo di riqualificare un’area chiave della città senza fare alcun riferimento alla condizione precedente di quell’area, che era la più grande discarica a cielo aperto della città è versava in condizione di totale degrado, sempre secondo De Luca.
Il Governatore deve rispondere di sette contestazioni con ipotesi di reato che vanno dall’abuso d’ufficio al falso e violazioni urbanistiche. Il neo procuratore aggiunto Rocco Alfano è stato particolarmente duro nel suo intervento respingendo le critiche piovute addosso alla procura dal Governatore, nelle già citate dichiarazioni spontanee. Per Alfano la Procura ha mantenuto la sua linea di condotta, non facendosi influenzare dalla fretta o da altro, pensando esclusivamente ad applicare la legge. Respinta al mittente anche l’accusa di aver voluto un processo politico contro qualcuno. Per Alfano ad esprimere giudizi politici, al contrario, sarebbe stato lo stesso Presidente della Giunta regionale contro il quale non ci sarebbe stato, invece, alcun accanimento. Nelle parole del Governatore, tra l’altro, sempre secondo la Procura si ritroverebbero le conferme alle ipotesi accusatorie. Il neo procuratore Aggiunto ha, poi, difeso l’operato dei consulenti tecnici dalle critiche della difesa smentendo che siano state presentate tesi tali da poter smontare il loro lavoro. Alfano ha rinnovato, poi, le valutazioni sui vari amministratori, funzionari e tecnici coinvolti, criticando l’operato della Soprintendenza che , secondo la Procura si sarebbe lavata le mani sul problema del vincolo. Secondo i pm le violazioni compiute dal governatore e dalla sua giunta sarebbero in parte di tipo politiche e in parte di tipo amministrativo con violazioni di legge, definite macroscopiche , con comprendere quale sia l’interesse pubblico nella realizzazione di appartamenti residenziali e di lusso.
Un procedimento che, parole di Alfano avrebbe avuto come “chiave d’accensione Criscuolo, come motore Basile e come benzina De Luca”.
​IL legale del Comitato No Crescent, l’avvocato Oreste Agosto, ha ribadito, poi, che non si tratta di un processo politico ma di un procedimento che minerebbe le leggi dello Stato italiano per violazioni su tutti i fronti.
Netta, infine, la controreplica delle difese degli imputati sulla ricostruzione dei procedimenti di formazione degli atti. L’avvocato Lentini ha parlato di processo tecnico e, rispondendo ai pm Alfano e Valenti, ha spiegato come tecnicamente i nuovi piani paesaggistici dettino regole diverse.
In caso di condanna in primo grado, De Luca dovà fare i conti con la legge Severino, quindi con la sospensione dalla carica di presidente della Giunta regionale per un massimo di 18 mesi. Al suo posto il vice Bonavitacola o l’assessore Roberti.