Omicidio nella notte a Capaccio Paestum, dove un uomo è stato ucciso a coltellate davanti ad un bar in località Torre di Mare. Si tratta di Francesco De Santi, 33 anni incensurato, figlio del proprietario di un parco giochi per bambini nella zona e di un avviato agriturismo nel Cilento. In mattinata si è costituito il presunto omicida, un 25enne con precedenti per droga.

L’episodio è avvenuto intorno alle ore 4 di stamane. Poco dopo, presso la Stazione dei carabinieri di Capaccio Scalo, accompagnato dal proprio avvocato di fiducia il reoconfesso  si è costituito spontaneamente alle forze dell’ordine. Il 25 enne,  Vincenzo Galdoporpora, pregiudicato capaccese con precedenti penali per droga ha confessato ai militari dell’Arma di aver ucciso il 33enne Francesco De Santi a coltellate davanti al bar. Una lite degenerata, nata per una discussione con un’altra persona, avvenuta mesi prima. Una versione dei fatti che sarebbe stata confermata anche da alcuni testimoni oculari già ascoltati  dagli inquirenti.  I carabinieri di Capaccio Scalo, coordinati dalla Compagnia di Agropoli hanno sequestrato anche l’arma del delitto, un coltello a serramanico, con una lama di 9 centimetri , con il quale avrebbe inferto almeno 4/5 fendenti  alla  vittima. Sono stati inutili i tentativi di salvare de santi messi in atto da una equipe dell’unità rianimativa del 118 di Licinella: il 33enne è morto poco dopo aver ricevuto i fendenti . Insieme all’arma del delitto è stata  posta sotto sequestro  una quantità di circa 0, 5 gr di  hashish, rinvenuta a seguito di perquisizione domiciliare presso l’abitazione del responsabile. Lo stesso, dopo le operazioni di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di Salerno.

Una comunità sconvolta per quanto accaduto che si stringe attorno alla famiglia di  Francesco, i genitori, Pasquale ed Elvira, le sorelle Sofia e Alessia. Una banale lite, vecchi rancori alla base del brutale  omicidio avvenuto sotto gli occhi di diversi testimoni al Bar Buddha, nella contrada di Torre di Mare, dove sia la vittima che l’assassino sono cresciuti. Francesco De Santi, che lavorava come pizzaiolo, si era fermato lì dopo il lavoro, per scambiare qualche chiacchiera prima di tornare a casa. La discussione animata di alcuni minuti prima che  Galdoporpora tirasse  fuori il coltello colpendo Francesco De Santi con tre pugnalate, una delle quali letale al cuore. L’autopsia in giornata all’ospedale di Eboli  dovrebbe accertare con esattezza la causa del decesso del 33enne. Poi la salma dovrebbe essere liberata per i funerali. Sul fronte delle indagini pochi dubbi dopo la confessione del 25, Galdoporpora  si è presentato spontaneamente alla stazione dei carabinieri di Capaccio Scalo, insieme al suo avvocato, per costituirsi confessando il delitto appena commesso e consegnando l’arma utilizzata, un coltello con una lama di 9 centimetri.  Nella sua abitazione, sottoposta a perquisizione, stata trovata anche una modica quantità di hashish. Mentre dopo un primo interrogatorio davanti al pm Marinella Guglielmotti nella caserma di Capaccio Scalo, Galdoporpora è stato trasferito in carcere a Fuorni da un auto dei carabinieri uscita a sirene spiegate dalla caserma. Vincenzo Galdoporpora era già stato pizzicato dai carabinieri che lo avevano arrestato nell’ottobre del 2017 pochi giorni dopo un blitz con il quale era stata sgominata una banda dedita allo spaccio di stupefacenti nella Città dei Templi e in altri comuni del Cilento. Una testa calda, secondo quanti lo conoscono, ma nessuno immaginava che potesse arrivare a un gesto del genere. La stessa sorella dell’assassino reo confesso, ina una lettera scritta alla redazione di StileTV, ha voluto esprimere il suo dolore per l’accaduto alla  famiglia De Santi. Francesco era anche amico mio… sono chiusa nel mio dolore perché, a certe tragedie, non ci sono commenti. Purtroppo, io e Vincenzo siamo stati abbandonati da nostra madre 8 anni fa, trovandoci soli all’improvviso…. Vincenzo questo abbandono non l’ha mai accettato e così, dentro di lui, ha covato rabbia e fallimenti. Ora è morto un ragazzo e per me è morto anche lui, perché sono distrutta, sono tragedie che non dovrebbero mai succedere. Chiedo umilmente di non essere colpevolizzata, ero a casa con i miei due bimbi, la più piccola di appena 5 mesi. E voglio far sapere, visto che sono stata minacciata, che sono disposta a qualsiasi confronto, io non ho colpe, la mia famiglia non ha colpe.

Di alfonso