Il campo di concentramento di Campagna, lager o rifugio. Alla domanda sulla quale da anni si dibatte, cercherà di dare una risposta la mostra allestita all’Archivio di Stato di Salerno e che sarà inaugurata domani in occasione della giornata della Memoria. Vediamo alcune immagini in anteprima. (260116 Giancarlo Frasca)
Nuovi documenti a sostegno della tesi secondo la quale il campo di Concentramento di Campagna, nel salernitano, venisse visto come una sorta di rifiugio più che un vero e proprio lager sullo stile di quelli nazisti. Il carteggio recentemente versato all’Archivio di Stato di Salerno, dalla Questura, ha consentito, infatti, di fornire un supporto documentario di notevole importanza per testimoniare le condizioni di vita vissute quotidianamente da quanti vi erano reclusi dal 40 al 43. Documenti raccolti in una mostra curata da Renato Dentoni Litta in occasione della Giornata della Memoria, esposti nel Salone Bilotti dell’Archivio di Piazza Abate Conforti nel centro storico di Salerno. Carteggi che confermano ancora una volta che i reclusi avevano il permesso di uscire per più ore al giorno, di consumare i pasti fuori dal campo, oppure di integrarli all’interno acquistando altri piatti, come evidenziato da un vero e proprio menù della cucina del campo, dalle ministre, ai primi, ai secondi ed alla frutta cotta. Persone provenienti soprattutto dalla Germania, ma non solo, che durante la permanenza a Campagna ebbero anche la possibilità di fittare camere, fare amicizia con la gente del luogo, insegnando lingue straniere e, in alcuni casi anche ottenendo l’autorizzazione ad espatriare negli Stati Uniti d’America.