Dal 6 all’8 Aprile a Gambarie – località sciistica in Santo Stefano, nel cuore dell’Aspromonte – si terrà il Meeting Nazionale Guide Ambientali Escursionistiche, nel corso del quale il regista Alessandro Scillitani, autore del docu-film “Ritorno sui Monti Naviganti”, racconterà lo straordinario viaggio tra borghi e versanti dell’Appennino compiuto con Paolo Rumiz.
“C’è un ritorno all’Appennino. Sì, lo vedo, anche se certamente sono cosciente che non si tratta di grandi numeri. Però ho realmente incontrato giovani pieni di entusiasmo, che riprendono in mano le case dei nonni, e dopo aver studiato e viaggiato, riprendono idealmente le redini di un tempo che si è perduto. Abbiamo avuto 50 anni di oblio, ma ora qualcosa si muove”. Lo ha affermato il regista Alessandro Scillitani, che Il 6 Aprile presenterà il suo docu-film e incontrerà la stampa, le guide e i cittadini presso l’Hotel Miramonti, nel contesto del Meeting Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche.
Volti, storie, fatti e luoghi di un’Italia spesso sconosciuta.
Prosegue Scillitani: “Tanti sono i personaggi che hanno attirato la mia attenzione. Ne citerei almeno tre, uno è Giovanni Girolomoni, figlio del grande Gino, padre del biologico in Italia. Lui mi ha aperto gli occhi su cosa è effettivamente successo nel secondo dopoguerra: non c’è stato solo lo spopolamento della montagna verso la valle e verso le città industrializzate, c’è stata anche una negazione dello status di contadino. Si è diffusa l’idea che vivere curando la terra fosse qualcosa di umiliante, di disonorevole. Questo è un problema che portiamo con noi tuttora. Tendiamo ad affidare lavori che consideriamo umili ai nuovi cittadini, ai migranti, e in pochi sono portati a considerare il valore del contatto con la terra, anche se come dicevo adesso le cose stanno cambiando.
Poi c’è Miguel Acebes Tosti, che ha un’azienda agricola. Con la moglie, vivevano a Milano ed avevano un’attività di successo. Poi il richiamo della terra è stato fortissimo – ha dichiarato Scillitani – e hanno deciso di andare a vivere nella casa dei nonni, nell’Appennino laziale. Miguel e sua moglie hanno creato rete con altre attività, organizzano feste in cui coinvolgono le comunità a valle. E inoltre hanno le idee molto chiare su quanto sia importante investire su attività che siano più in dialogo con la natura, per evitare di “massacrare definitivamente il pianeta in cui viviamo”, citando una frase detta da Miguel.
Infine citerei Antonio Barca. Lui è il personaggio che chiude il libro di Paolo Rumiz “La leggenda dei monti naviganti” ed è anche il personaggio che chiude il mio film. Sono bellissime e commoventi le sue parole sulle tante cose che lui ha imparato dai Giganti della Montagna, dai suoi maestri, quel “saper fare” che, a suo avviso, morirà con lui. La sua amara constatazione è che le giovani generazioni perderanno l’uso della manualità e i tanti saperi tramandati di generazione in generazione. Antonio dice che la gente, abituata alla città, non si dà più il tempo di vedere le stelle. Io appunto spero nei giovani che hanno scelto di vederle, quelle stelle, ma le parole di Antonio, per quanto amare, sono molto toccanti.
Rumiz l’ho conosciuto nel 2010, avevo appena finito di girare il film Case Abbandonate, che tra l’altro considero un po’ il preludio di Ritorno sui Monti Naviganti. Quando Paolo ha visto il mio film, ha deciso di compiere un viaggio approfondendo gli stessi temi, e mi ha portato con sé. Da allora è cominciata una grande amicizia ma soprattutto un sodalizio artistico. ci accomuna l’interesse per le tante meraviglie che abbiamo sotto il naso e che trascuriamo, l’attenzione verso chi è lontano dai riflettori, la ricerca dei custodi della memoria.
L’Italia è un Paese straordinariamente ricco, basta fare pochi passi e già cambia tutto, il paesaggio, la fauna, i dialetti, i sapori. Molte di queste varietà – ha continuato Scillitani – sono poco note e quindi ciò che è importante è muoversi con attenzione, mettendosi in ascolto, si raccoglie davvero uno scrigno straordinario di storie e di bellezza.
Il cinema potrebbe, e dovrebbe fare di più. Purtroppo però, se parliamo di documentari, ahimè in Italia è un linguaggio ancora poco diffuso. Per quel che riguarda le opere di finzione, il cinema è vincolato alle film commission, si girano i film nelle regioni che danno i soldi, senza necessariamente avere interesse per raccontare un luogo. Se non c’è autenticità, non ci può essere a mio avviso buon cinema.
Autenticità. Bisogna cercare di liberarsi dai preconcetti, e raccontare le realtà che si incontrano per quello che sono, senza sovrastrutture. Con un occhio di riguardo alle storie positive. Questo per me è importante. E’ difficile appassionare qualcuno a uno luogo o a una realtà, se si raccontano di quel luogo solo le cose che non funzionano. Occorre mostrare il bello, per stimolare tutti a prenderne parte. Raccontare l’ambiente è una missione che sento mia da molto tempo, forse dal giorno in cui, per gioco, sono entrato nella prima casa abbandonata. E mi sono chiesto perché, e come quelle rovine dialogassero con il territorio.
E credo vivamente che il ruolo delle Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE, sia un ruolo nobile: educare alla bellezza”.
Le Guide Ambientali Escursionistiche Italiane AIGAE, provenienti da tutta Italia, saranno nel Parco Nazionale dell’Aspromonte per l’importante Meeting. Tutti gli eventi saranno aperti alla stampa. Oltre alle piacevolissime escursioni in natura, saranno trattati temi come la mobilità dolce, la sostenibilità, la formazione professionale delle guide, la valorizzazione dei borghi italiani, il Turismo Ambientale e la narrazione degli ambienti naturali. Per 3 giorni l’Aspromonte sarà capitale dell’Ambiente con l’arrivo di massimi esperti e rappresentanti anche dei Parchi italiani.