Spending review, riordino degli enti locali ma, anche, precisi appunti al Governo ed alla Regione Campania accusata di privilegiare Napoli. Questi i punti salienti della relazione del presidente di Coonfindustria Salerno all’assemblea annuale dell’associazione, svoltasi al teatro Verdi con la partecipazione del presidente nazionale Squinzi.
“Ben venga la revisione della spesa ma non si è cercato di eliminare il problema alla radice – ha detto Maccauro – I tagli alla spesa dei ministeri rischiano di essere temporanei, con i tagli lineari che colpiscono indiscriminatanente. Per non parlare dei tagli ai Comuni che penalizzano gli enti più virtuosi. Tagli che vanno a sommarsi a quelli programmati nel 2011 andando a toccare anche i servizi essenziali trasformandosi in imposte su cittadini ed imprese. Speriamo che il Governo rispetti gli impegni sul trasferimento dell’Imu e si vada verso un allentamento del patto di stabilità e che il Parlamento possa cancellare l’aumento delle aliquote Iva. Per le regioni, poi, il taglio colpisce soprattutto il Sud”.
Ma il punto che ha riscaldato la platea, che ha risposto con diversi applausi, è stato quello del Napolicentrismo. “Esiste un problema di distribuzione dei fondi tra Napoli ed il resto della Campabia sebbene malcelato. C’è malcontento dei territori dietro il fenomeno geopolitco che parla di Molisannio o Principato di Salerno. C’è malcontento verso Napoli che drena risorse a discapito delle altre realtà campane. La sola vera questione campana, inoltre, è il buon funzionamento della macchina regionale ed occorre riconoscere il lavoro di Caldoro. Serve però una politica industriale. La Regione Campania ha detto di puntare su settori come quello aereo ed automotive ma sarebbe un delitto abbandonare agroalimentare, metalmeccanico, carta, plastica e chimica. E poi i trasporti dove ci sono 17.000 dipendenti oltre all’indotto. Anche in questo caso ravvisiamo un napolicentrismo. A noi, però, interessa soltano un servizio efficente così come nella Sanità. Altro affondo a Caldoro sul Teatro Verdi e l’impari trattamento ad esempio nei confronti del San Carlo di Napoli. Sullo sfondo la nascita della città metropolitana di Napoli per capire quali cambiamenti e vantaggi possano derivarne e capire eventuali nuovi problemi per il salernitano In qiesto processo di cambiamento Salerno deve candidarsi con un proprio programma di sviluppo complementare anche alla luce del depotenziamento dell’ente Provincia. Dobbiamo evitare la creazione di nuove forme intermedie di area vasta per evitare che le città metropolitane possano fagocitare altre risorse. Il modello da seguire è quello del Porto di Salerno che per dimensioni non può competere con Napoli eppure fa registrare risultati eccezionali. Un esempio da seguire per altri sistemi infrastrutturali come quello aeroportuale. Dobbiamo, infine, eliminare i contrasti istituzionali. Non dimentichiamo, poi che le imprese locali scontano un 20% di costi aggiuntivi per problemi di infrastrutture, credito e carburante, rispetto al resto d’Italia. Nel salernitano, comunque, c’è un tessuto ancora dinamico ed un tasso di occupazione più alto della Campania”. (261012 Giancarlo Frasca)