Pasticcio elezioni regionali. Così come per le Primarie in Campania, anche per la prossima tornata elettorale tanti dubbi e poche certezze sulla data del voto. Non passa giorno che non si susseguano notizie contrastanti. L’ultimo l’ha fornito il ministro degli interni, Angelino Alfano, smentendo l’ipotesi del 7 giugno. (250315)

Dopo la lunga telenovela delle Primarie del centrosinistra in Campania, slittate diverse volte e che ad un certo punto erano sembrate anche in forte dubbio, con il rischio di una cancellazione, la politica italiana ne propone un’altra, sempre sulla data di apertura delle urne. Il famoso o famigerato election day, infatti, è tutt’altro che certo. A creare ulteriori confusioni ci ha pensato il ministro degli Interni Angelino Alfano che, ospite della trasmissione Porta a Porta, ci ha tenuto a precisare che «Le elezioni amministrative si terranno il 31 maggio» e, quando Bruno Vespa gli ha fatto notare che quella data coincideva con un lungo ponte, Alfano ha risposto di augurare “agli italiani di poter andare in vacanza ma è comunque un ponte molto lungo…». Una ipotesi differente, quindi, rispetto a quella avanzata nei giorni scorsi dal Governo che aveva introdotto la possibilità di uno slittamento al 7 giugno che, però, come ricordato da Alfano avrebbe portato ad un turno di ballottaggio, nei comuni con più di 15.000 abitanti, nella domenica del 22 giugno, in piena estate. Nulla comunque è ancora certo, con una tornata elettorale ancora avvolta nella nebbia. La legge, del resto, prevedeva inizialmente il voto una settimana prima della domenica delle ultime elezioni, alla scadenza dei cinque anni del mandato. In sostanza si sarebbe dovuto votare per il rinnovo dei consigli regionali il 22 marzo. Troppo presto, da qui la modifica introdotta dalla legge di stabilità, con l’election day, entro i 60 giorni dalla scadenza del mandato, cioé il 28 maggio. A complicare la questione, stavolta, le feste religiose, cristiane ed ebraiche, tra Pasqua e Pentecoste, e ricorrenze civili. Renzi a questo punto aveva proposto il 10 maggio, per qualche settimana si è parlato del 17 e, quindi, è venuta fuori l’ipotesi del 31, poi accantonata per il 7 giugno. Alfano ha rimesso le cose in discussione e la parola fine di sicuro non è stata ancora scritta.