Ci sarebbero anche docenti e dipendenti dell’Università di Salerno tra le persone indagate dalla Guardia di Finanza nell’ambito di una inchiesta su una presunta truffa sui finanziamenti europei per i progeti di ricerca. Il rettore Tommasetti si dice fiducioso nell’operato della magistratura. (140314)
Truffe sui fondi per la ricerca da parte di docenti universitari, ordinari e associati, che avrebbero falsificando i rendiconti attestanti il numero di ore effettivamente lavorate. Per questo sarebbero indagati da diversi mesi dalla procura di Salerno per i reati di truffa ai danni dello Stato e falso. Almeno secondo “Reportime”, la rubrica curata sul sito del Corriere della Sera dallo staff di Milena Gabanelli di Report, a firma di Angela Camuso. All’ateneo, però, nessuna comunicazione sarebbe giunta. Come ricordano dal Campus, infatti, la legge prevede che in casi di coinvolgimento di personale pubblico, le amministrazioni vadano informate cosa che, invece, non sarebbe accaduto.
Il malaffare, in ogni caso, sarebbe iniziato una decina di anni fa. Tanti ricercatori precari, dottorandi e borsisti al seguito dei professori responsabili dei progetti incriminati sapevano ma, onde evitare un rischio per la propria carriera, avevano accettato il ‘sistema’. Così, ad esempio, avveniva periodicamente che sulla carta, affianco ai progetti che poi ottenevano finanziamenti pubblici per milioni di euro, venissero segnati nomi di curatori e quantità di ore dedicate non corrispondenti al vero.
Per almeno quattro professori universitari degli atenei di Salerno e Benevento, le indagini avrebbero dimostrato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza. A sostegno dell’ipotesi accusatoria, oltre alle intercettazioni, ci sono i risultati di una serie di perquisizioni effettuate a fine 2013, quando agli accademici furono recapitati gli avvisi di garanzia (anche se la notizia allora non uscì fuori dai muri delle Università).
I fondi venivano erogati sia da parte della Comunità Europea sia da parte del Miur sulla base di un controllo meramente formale sui documenti cartacei, poi rivelatisi falsi. A quel punto, secondo il pm, erano gli stessi professori a gestire, materialmente, i contributi pubblici.
A far scattare gli accertamenti delle Fiamme Gialle un esposto presentato da un giovane ricercatore dell’università di Salerno. (140314)