Quasi il 50% dei campioni prelevati da Legambiente lungo le coste campane hanno presentato un carico batterico elevato. nel salernitano nove i campionamenti dei quali 4 fortemente inquinanti, tra capoluogo, Piana del Sele ed anche Cilento. Sotto accusa anche il sistema di depurazione con l’invito a De Luca ad aderire al manifesto di termoli contro le trivellazioni petrolifere. (310715)
Cariche batteriche elevate per 14 campioni su 31 nelle acque costiere della Campania. E’ quanto emerso dal bilancio conclusivo del viaggio di Goletta Verde, dal sud al nord del litorale regionale. Di questi 14 campioni con carico batterico elevato per ben 13 il giudizio è stato di “fortemente inquinato”. Nel mirino di Legambiente ancora una volta foci di fiumi, canali e scarichi che mettono a rischio non solo la qualità delle acque di balneazione, ma la stessa salute dei cittadini.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente dal 16 al 20 luglio scorso.
Nel dettaglio l’imbarcazione ha effettuato nove campionamenti in provincia di Salerno, quattro dei quali fortemente inquinati: alla foce del fiume Irno su lungomare Clemente Tafuri a Salerno; alla foce del rio Arena in località Ogliastro Marina a Castellabate; alla foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano e nei pressi del canale di scarico località Lido Lago a Battipaglia.
Entro i limiti i campionamenti eseguiti alla spiaggia antistante via Mantegna sul lungomare Marconi a Salerno; alla foce del fiume Picentino a Pontecagnano Faiano (località Torre Picentino); alla foce del fiume Capodifiume a Torre di Paestum-Licinella a Capaccio; alla foce del fiume Solofrone ad Agropoli.
Se da un lato la situazione – complice anche la particolare capacità depurativa del mare campano – sembra migliorare rispetto agli anni passati, è evidente che la carenza depurativa e la gestione del servizio idrico in generale deve essere una delle priorità dell’agenda politica della nuova giunta regionale, secondo l’associazione ambientalista.
Il rischio è perdere i fondi attualmente disponibili per la carenza di progettazione e continuare a pagare salatissime multe all’Unione Europea. Senza contare che nei confronti dell’Italia grava una procedura di infrazione per la depurazione e la Campania ha notevoli problemi. Dagli ultimi aggiornamenti risultano infatti 108 su 151 gli agglomerati depurativi della Campania cui viene contestata la non conformità ai dettami della direttiva comunitaria. Inadeguatezza che secondo i calcoli del Governo, comporterebbe, a partire dal 2016 e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, una multa di 21 milioni di euro all’anno.
L’esito del monitoraggio effettuato in Campania da Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane è stato presentato questa mattina a Napoli, presso la sede della Capitaneria di Porto, dal vicepresidente nazionale di Legambiente, Ciafani, da quello regionale, Buonomo, alla presenza del vicepresidente della Giunta regionale della Campania Bonavitacola.
Il presidente nazionale dell’associazione ha anche sollecitato il Governatore De Luca ad aderire al Manifesto di termoli contro l’assalto all’oro nero, sia in mare che in terra per bloccare la deriva petrolifera del governo Renzi