I lavori nel cantiere del Crescent, l’edificio semi circolare in corso di realizzazione nell’area di Via Alvarez a Salerno, potranno proseguire, stavolta senza limitazioni. Lo prevede l’ordinanza emessa oggi dal Consiglio di Stato, in attesa del deposito della sentenza. Consiglio di Stato che era chiamato oggi a mettere la parola fine al braccio di ferro tra amministrazione comunale di Salerno, imprese ed Italia Nostra. I giudici di Palazzo Spada hanno ritenuto di non dover bloccare l’attività nel cantiere, rimuovendo da subito anche lo stop fino al livello di piazza della libertà. Dopo il rinvio dello scorso 23 ottobre, a causa dello sciopero nazionale degli avvocati, oggi si è tenuta l’udienza di merito relativa al ricorso presentato dall’associazione ambientalista Italia Nostra che in estate aveva portato ad una prima sospensione cautelare, temporanea dei lavori nel cantiere della struttura progettata da Ricardo Bofill, limitatamente ai settori dal 2 al 5.
Dopo aver ottenuto una prima sospensiva, con la ripresa delle attività fino al livello della piazza, anche nel settore 1 interessato da un secondo ricorso di Italia Nostra, ben più recente, le imprese impegnate, Rcm, Ritonnaro e Favellato, riunite nella Crescent potranno, quindi, continuare a lavorare senza più limitazioni, in attesa del deposito della sentenza che dovrebbe chiudere il discorso. Una sentenza che, però, a questo punto non dovrebbe riservare altre sorprese per le imprese e per il Comune di Salerno.
L’ORDINANZA
“Ritenuto che la causa pone complesse questioni in rito e in merito che non sono ancora compiutamente fornite di prova sicchè il Collegio, con separata ordinanza, ha disposto istruttoria e tre diverse verificazioni;
E’ in particolare pregiudiziale la verifica della tempestività della presentazione dell’originario ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, con cui sono stati impugnati tutti i provvedimenti presupposti dal premesso di costruire rilasciato alla società Crescent;
Si tratta di questione relativa alla rituale instaurazione del rapporto processuale, per la quale allo stato manca in atti la prova delle modalità e dunque della data di presentazione del ricorso straordinario;
La mancanza allo stato di prova della tempestività del ricorso straordinario e la necessità di disporre verificazione su dati fattuali-tecnici controversi, comporta che allo stato non emerge, in relazione ai ricorsi di primo grado proposti da Italia Nostra, ai tre atti di motivi aggiuntivi in primo grado, all’atto di motivi aggiuntivi in appello, il fumus boni iuris, impregiudicato l’esito della istruttora e delle tre disposte verificazioni, sicchè non può nemmeno, allo stato, essere apprezzato a favore di Italia Nostra il periculum in mora:
Nella valutazione dei contrapposti interessi e in difetto, allo stato, di un fumus boni iuris chiaramente percepibile, non può essere impedita la prosecuzione dei lavori, prosecuzione che comunque avverrà sotto la consapevole assunzione di responsabilità da parte del Comune di Salerno e della società Crescent, se ed in quanto sicuri delle proprie ragioni, e ben consci che, nell’ipotesi di accoglimento degli appelli e dei ricorsi di primo grado, potrebbe conseguirne non solo l’annullamento degli atti impugnati ma anche, ove i vizi riscontrati fossero insanabili, l’adozione da parte del Colloegio di congrue misure di ottemperanza (ivi comprese la sospensione dei lavori e la demolizione delle opere), secondo la rigorosa giurisprudenza della Sezione in tema di ottemperanza alle decisioni di rimozione di opere senza titolo”. (161112 Giancarlo Frasca)