Giornata salernitana per il presidente della Camera che, questa mattina, ha presenziato alla consegna dei riconoscimenti per i cinquant’anni di attività forense di dodici avvocati del Foro di Salerno.
Dopo aver ironizzato sulla presenza di armadi metallici risalenti agli anni ’50 pieni di faldoni nei corridoi, in barba alla digitalizzazione dei documenti, Gianfranco Fini ha auspicato che i partiti trovino punti condivisi sui quali non litigare per l’interesse del paese e della Giusitizia. Sulla riforma dei distretti, poi, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilina ha rinviato una eventuale revisione al prossimo Parlamento. (131012 Giancarlo Frasca)
Indipendenza della magistratura e dell’avvocatura, certezza del diritto, investimenti per garantire un sistema giudiziario efficente. Questi i punti principali toccati dal presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, nella prima tappa del suo tour salernitano, vissuto tra appuntamenti istituzionali, incontri con i rappresentanti del mondo produttivo ed una conclusione prettamente politica al Grand Hotel.
Ospite dell’Ordine degli avvocati di Salerno, grazie all’impegno di Michele Sarno, come ha ricordato il presidente Amerigo Montera, Fini ha presenziato, nell’aula Parrilli del Tribunale, alla consegna dei riconoscimenti per i 50 anni di attività forense di dodici principi del Foro, da Alberto Ariostino ad Ubaldo Botta, da Mario Franco a Pietro De Felice passando per Giuseppe Spagnuolo. Se Montera ha ricordato i valori dell’avvocatura lamentando il momento disperatamente complicato vissuto, non risparmiando critiche al Governo, il presidente della Corte d’Appello, Matteo Casale, ha approfittato ella presenza di Fini per criticar il recente provvedimento di ridisegno dei distretti, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilina accorpato alla Basilicata. Una decurtazione di territorio, come lui stesso l’ha definita, che rischierebbe di creare notevoli problemi e che, quindi, andrebbe rivista. Per il presidente della Camera, però, occorrerà attendere almeno alla prossima legislatura.
In precedenza Fini aveva anche ironizzato sulla presenza, nel 2013 di armadi metallici pieni di faldoni nei corridoni, in barba alla auspicata digitalizzazione, ribadendo la necessità di investimenti per garantire un sistema giudiziario efficente.
Seppur non entrando in tempi prettamente politici, inoltre, il presidente della Camera ha auspicato un clima differente per il futuro, con partiti e coalizioni unite dagli interessi comuni.