I Finanzieri del Comando Provinciale di Latina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cassino, hanno eseguito oggi una vasta operazione di polizia in varie località del sud pontino e, in contemporanea, nella provincia di Salerno. Si tratta di un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle di Formia, che hanno dato esecuzione a un provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Cassino con cui sono state disposte 11 misure cautelari nei confronti di altrettante persone (4 ai domiciliari e 7 con l’obbligo di presentazione quotidiano alla Guardia di Finanza competente per dimora) in quanto gravemente indiziate di appartenere a un articolato sodalizio criminale con base operativa a Formia, ma ramificato nella provincia di Salerno, dedito alla creazione e commercializzazione di falsi crediti di imposta, quantificati in oltre 79 milioni di euro, maturati mediante l’indebito ricorso alle misure di sostegno emanate dal Governo con il decreto rilancio durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese in difficoltà. Risulterebbero costituire il sodalizio anche alcuni pluripregiudicati, anche per reati tributari, tra i quali un soggetto, principale esponente, con condanna per estorsione e rapina. 32 le persone complessivamente coinvolte.
L’indagine trae origine dal mirato monitoraggio di alcuni componenti del nucleo centrale dell’associazione, dediti in passato alla perpetrazione di frodi fiscali secondo lo schema classico dell’emissione di fatture false a favore di imprenditori compiacenti. Gli esiti investigativi hanno consentito di ricostruire il sodalizio criminale, che avrebbe adottato un modus operandi consolidato e comune alle 5 casistiche di crediti d’imposta fittizi generati (da Bonus facciate, Bonus Ristrutturazione, Sisma Bonus, Ecobonus e Superbonus):
• tramite il professionista membro del sodalizio ed operante nel salernitano, che reperiva società attive ma con scarsi mezzi finanziari e prive di una struttura organizzativa, intestate a prestanomi, ma funzionali alla creazione degli indebiti crediti d’imposta;
• indicare falsamente, nelle comunicazioni di cessioni crediti nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, c.d. “Piattaforma cessione crediti”, l’esistenza di crediti d’imposta falsi, in taluni casi anche con la compiacenza retribuita di alcuni proprietari degli immobili;
• cedere, sempre attraverso tale piattaforma informatica, i crediti artefatti, a soggetti e/o società cessionarie compiacenti e/o riconducibili ai medesimi, ottenendo così dalla medesima Agenzia delle Entrate, con l’apposizione del numero di protocollo telematico, l’attestazione della loro esistenza ed esigibilità;
• commercializzare, successivamente, a terzi tali crediti fittizi, che per i passaggi successivi rendono il cessionario in buona fede esente da responsabilità penale per la natura fraudolenta di tali crediti, che possono così circolare liberamente e frammentarsi per un numero infinito di passaggi, confondendosi con altri eventuali crediti di origine genuina e rendendo così molto difficoltosa l’esecuzione eventuali controlli a posteriori.