I Carabinieri del Ros hanno notificato dieci provvedimenti cautelari (2 arresti in carcere, 5 ai domiciliari, 3 obblighi di dimora), emessi nei confronti di esponenti dell’estrema destra, ritenuti responsabili tra l’altro di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari. Tra le persone coinvolte ci sarebbe anche un salernitano. Le indagini, legate agli scontri tra gruppi di destra e di sinistra a Napoli nel 2011, hanno consentito di documentare numerose aggressioni nei confronti di avversari politici e la sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio razziale e all’antisemitismo.
L’operazione è scattata nelle province di Napoli, Salerno e Latina e riguarda un’associazione sovversiva riconducibile a esponenti della destra extraparlamentare di Napoli.
I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale nei confronti dei maggiori esponenti dell’organizzazione.
I destinatari delle misure cautelari sono accusati, tra l’altro, di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni, aggressione a pubblico ufficiale e riunione non autorizzata in luogo pubblico, progettazione e realizzazione di attentati con lancio di bottiglie incendiarie contro un centro sociale di Napoli, manifestazioni non autorizzate presso la Facoltà di Lettere a Napoli, aggressioni di tipo “squadrista” contro avversari politici e sistematico indottrinamento di giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo. Dall’indagine napoletana è anche emerso che alcuni degli indagati progettavano di violentare una studentessa universitaria ebrea. Nel corso dell’operazione, i carabinieri hanno sequestrato la sede in cui gli indagati si riunivano, l’ex sezione «Berta» del Msi in via Foria, a Napoli. Gli indagati, ha affermato il procuratore aggiunto di Napoli, Rosario Cantelmo, in una nota, erano dediti tra l’altro «alla sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo mediante riunioni in cui si discuteva, tra l’altro, anche dei contenuti del libro “Mein Kampf” di Adolf Hitler».
Tra di loro è finita agli arresti domiciliari anche la figlia di un ex senatore che peraltro è candidata col movimento CasaPound alle politiche del 24 e 25 febbraio.
Secca la replica. “Sono arresti a orologeria quelli eseguiti questa mattina dai carabinieri”: lo afferma il leader di CasaPound Italia, Gianluca Iannone, commentando l’inchiesta della procura di Napoli. A dimostrarlo – secondo Iannone – è “il tempismo con il quale un’indagine avviata quasi due anni fa ha portato all’ esecuzione di una serie di provvedimenti cautelari a poche ore dall’ammissione delle liste di Cpi alle elezioni politiche. Naturalmente, per sostenere accuse di tale pesantezza, si è dovuto ricorrere all’infame stratagemma della contestazione dell’associazione a delinquere. Un’accusa palesemente assurda per chiunque conosca minimamente la nostra associazione, come peraltro si evince dall’esito negativo di tutte le perquisizioni effettuate oggi nei confronti di nostri militanti. Un’accusa, dunque, che sembra strumentale a giustificare l’adozione di misure chiaramente sproporzionate ma evidentemente necessarie a impedire a CasaPound Italia di affrontare la campagna elettorale con la dovuta serenità e in condizioni di parità rispetto agli altri partiti e movimenti. In ogni caso non ci riusciranno”. (240113)