In attesa della salita di Letta al colle per rassegnare le dimissioni e, a seguire, il possibile incarico di formare un nuovo governo a Renzi, impazza il toto ministri. Il segretario del Pd, del resto, ha fatto intendere che ci sarà un esecutivo nuovo. Boeri oppure Barca per il dopo-Saccomanni. Vietti alla Giustizia. La fedelissima Boschi alle Riforme. E poi il sindaco di salerno, De Luca, autocandidatosi in direzione nazionale, o Emiliano alle Infrastrutture. Baricco alla Cultura e Farinetti all’Agricoltura. Questi i nomi che circolano in queste ore. Grande attesa, quindi, per il primo cittadino salernitano che, dopo aver chiuso di fatto l’esperienza Letta da viceministro senza deleghe si appresterebbe al salto di categoria. A farlo sarebbero anche le parole pronunciate da De Luca in direzione nazionale. Un intervento duro ed imperniato sul dicastero delle infrastrutture. Una sorta di “programma” di un futuro ministero con le cose sbagliate in passato e quelle da fare in futuro. In corsa perle infrastrutture anche Emiliano.
In uscita, invece, potrebbe essere il responsabile dell’Economia Fabrizio Saccomanni. Per la sua sostituzione corsa a quattro tra Tito Boeri, l’imprenditore Andrea Guerra (amministratore delegato di Luxottica), l’ex ministro Fabrizio Barca e l’economista Lucrezia Reichlin.
Il posto era stato offerto in extremis anche a Enrico Letta che avrebbe però rifiutato. Diversi i pretendenti anche per il ministero del Lavoro.
In pole c’è ancora Fabrizio Barca, che gode della stima del sindaco di Firenze per quanto fatto sui fondi europei con il governo Monti.
A insidiarlo Guglielmo Epifani, ex leader della Cgil ed ex segretario del Pd; mentre appare più defilata l’attuale responsabile Lavoro dei democratici Marianna Madia.
Tra quelli che non saranno riconfermati ci sarebbe anche il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri (attaccata da Renzi dopo lo scandalo Ligresti).
Al suo posto dal Consiglio superiore della magistratura (Csm) potrebbe arrivare Michele Vietti.
Tra i fedelissimi di Renzi spazio a Maria Elena Boschi alle Riforme (al posto di Gaetano Quagliariello del Nuovo centrodestra) e Graziano Delrio, probabile nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio o, in seconda istanza, al ministero per i Rapporti con il parlamento.
Il vice presidente della Camera Roberto Giachetti potrebbe andare al ministero per i Rapporti con il parlamento al posto di Dario Franceschini, ma solo nel caso che quest’ultimo divenga nuovo presidente della Camera al posto di Laura Boldrini (se Sel entra in maggioranza e appoggia il governo).
In bilico vengono dati Mario Mauro alla Difesa e Massimo Bray alla Cultura. Una delle ipotesi più suggestive vedrebbe andare alla Cultura lo scrittore Alessandro Baricco.
Pari modo per l’Agricoltura, libera dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo, potrebbe andare il patron di Eatitaly.
Dovrebbero essere riconfermati, invece, i ministri Andrea Orlando ed Emma Bonino. Restano al loro posto anche Angelino Alfano al Viminale e Beatrice Lorenzin alla Sanità. (130214)