L’udienza di merito al Consiglio di Stato, sul ricorso presentato in primavera da Italia Nostra contro la realizzazione del Crescent, l’edificio semi circolare in corso di realizzazione nell’area di Via Alvarez a Salerno, ha fatto registrare più di un punto per le imprese impegnate nei lavori e per il Comune di Salerno.
In attesa di pubblicare la sentenza definitiva, infatti, ieri sera, come anticipato da Telecolore, i giudici di Palazzo Spada, con una ordinanza, hanno sbloccato le attività nel cantiere, anche oltre il livello della piazza della Libertà, almeno per i settori dal 2 al 5, oggetto del primo ricorso dell’associazione ambientalista negando, alle contestazioni mosse, il così detto “fumus bonis juris”. Italia Nostra è stata anche condannata al pagamento delle spese della fase cautelare, 3.000 euro nei confronti della Crescent srl e 1.000 nei confronti dell’amministrazione comunale. Già da oggi, quindi, i lavori potrebbero riprendere, anzi proseguire, a pieno regime, senza alcuna limitazione, sebbene sotto la responsabilità delle aziende impegnate e di Palazzo di Città. Pur annullando il provvedimento cautelare di sospensione, il Consiglio di Stato, per poter depositare la sentenza, ha disposto alcune verificazioni tecnico-documentali, per mettere la parola fine alla disputa giudiziaria avviata da Italia Nostra e per chiarire una volta e per tutte le contestazioni sollevate dall’associazione ambientalista ma non solo. Ai giudici mancano una serie di prove, tra le quali anche quella della modalità e, quindi della data, di presentazione del ricorso senza la quale sarebbe impossibile pronunciarsi sulla “rituale istaurazione del rapporto processuale”. Un’ordinanza accolta più che positivamente dal Comune di Salerno, con il sindaco De Luca che, dalla propria pagina Facebook, ha auspicato la ripresa dei lavori su tutto il cantiere. Ottimismo anche in casa Crescent dove anche oggi il cantiere era regolarmente funzionante. Lunedì, inoltre, la Crescent comunicherà al direttore dei lavori di proseguire i lavori senza alcuna limitazione e, quindi, anche oltre il piano di calpestio di Piazza della Libertà. (161112 Giancarlo Frasca)
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