Incontro interlocutorio, questa mattina in Prefettura a Salerno per la vertenza dei dipendenti del Consorzio di Bacino per la raccolta rifiuti 2. Venerdì prossimo, invece, il tavolo straordinario promosso dalla Provincia. I lavoratori restano in agitazione, lamentando tre stipendi arretrati. (110915 Giancarlo Frasca)

Ancora un nulla di fatto, almeno secondo i sindacati, per la risoluzione della vertenza dei lavoratori dei consorzi di bacino per i rifiuti. Oggi confronto in Prefettura con la presenza oltre ai sindacati, anche del commissario del Corisa2 e di alcuni primi cittadini. Dopo un paio d’ore di discussione, la riunione si è conclusa con un verbale negativo, nonostante la proposta del Consorzio di saldare iol 50% delle spettanze arretrate ai lavoratori. Una proposta che non ha soddisfatto le organizzazioni sindacali che hanno chiesto soprattutto chiarezza per il futuro. In tal senso la Prefettura si è impegnata a sollecitare il commissariato di governo per versare le somme dovute al Corisa2. Si parla di due milioni e seicentomila euro per il 2014. Una cifra che potrebbe consentire al commissario di risolvere il problema stipendi. Tra martedì e mercoledì prossimo, in ogni caso, potrebbe comunque essere versata la quota del 50% promessa.
Intanto venerdì prossimo ci sarà un nuovo confronto, stavolta alla provincia per cercare di chiarire il futuro dell’intero ciclo. Ad organizzare il tavolo straordinario a Palazzo sant’Agostino il delegato all’ambiente Mimmo Volpe che ha convocato i commissari dei quattro consorzi salernitani discutere della futura collocazione dei loro dipendenti anche alla luce delle recenti novità normative. Una serie di leggi, regionali, nazionale e la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha liberalizzato il ciclo affermando l’autonomia dei comuni in materia di adesione ai consorzi. La provincia di Salerno, sebbene non abbia un ruolo diretto in questa fase, si è candidata assieme ai sindacati a mediare per trovare una soluzione positiva della questione, promuovendo una intesa politico-istituzionale valevole anche per i comuni che scelgano l’autonomia per attingere al bacino dei lavoratori già presenti nei consorzi.