Cresce la tensione a Battipaglia alla seconda giornata di protesta dei lavoratori della Cooper Standard, che produce guarnizioni per il Gruppo Fiat. Un petardo è stato esploso all’arrivo, nel pomeriggio, dell’amministratore delegato della filiale italiana della multinazionale americana allo stabilimento salernitano. L’esplosione, avvenuta sotto l’auto del dirigente, ha provocato attimi di caos. Sono dovute intervenire le forze dell’ordine per farlo entrare in azienda. Alcuni lavoratori che hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale del centro della Piana delle Sele. Convocato il Consiglio di Fabbrica con la partecipazione dell’Ad Fiorini. In serata la discussione è stata aggiornata a domani mattina alle 10 allo stabilimento. I lavoratori sono rimasti in presidio all’ingresso.
(270213 Giancarlo Frasca)
Clima incandescente, nella zona industriale tra Battipaglia ed Eboli, con le forze dell’ordine che sono dovute intervenire davanti alla Cooper Standard, dove i lavoratori sono alla seconda giornata di blocco della produzione. All’arrivo, nel pomeriggio, dell’amministratore delegato della filiale italiana della multinazionale americana, Fiorini, proveniente da Torino, sono stati lanciati alcuni petardi, che sono esplosi sotto l’auto del dirigente, provocando attimi di panico e tensione. Soltanto l’intervento degli agenti del locale Commissariato ha consentito di tenere la situazione sotto controllo, scortando l’Ad della Cooper all’interno dello stabilimento, dove si producono guarnizioni per le auto ed i camion del Gruppo Fiat. Alcuni lavoratori sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari del vicino pronto soccorso dell’ospedale di Battipaglia, se non altro per controlli. Alla luce del grave episodio, è stato subito convocato il Consiglio di Fabbrica, con la partecipazione dello stesso Fiorini che ha incontrato i rappresentanti della Rsu aziendale per chiarire la situazione.
Dalle vicende della Cooper Standard, ex Smae, poi Saiag e Metzeler, dipendono i destini lavorativi di 350 persone, che salgono a quasi 900 se si tiene conto anche delle 5 aziende dell’indotto, localizzate nella zona industriale a cavallo tra Battipaglia ed Eboli.
Il clima di incertezza, e le crescenti preoccupazioni per il rischio di perdere il posto di lavoro, alla luce anche della crisi internazionale, ed in particolare del mercato dell’auto, ha contribuito a far crescere la tensione.
La produzione era stata bloccata ieri sera, in seguito all’arrivo di alcuni camion, inviati dalla proprietà, per portare via due macchinari, sia dallo stabilimento principale che da uno satellite. Un’operazione bloccata dagli operai che hanno impedito al mezzo di entrare. Il timore, al di là dei lavoratori direttamente impegnati con i macchinari oggetto dell’operazione, che sarebbero pochi, è che la multinazionale americana voglia spostare la trafilatura in Piemonte e la rifinitura in Polonia, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza dello stabilimento di Battipaglia e dell’intero indotto.