Terremoto all’ospedale di salerno. Agli arresti domiciliari Due Medici e la caposala del reparto di neurochirugia, un quarto medico indagato e negli USA. Intascavano soldi dai pazienti per far saltare le liste d’attesa. Con l’accusa di concussione sono stati presi il primario del reparto Brigante, il neurochirurgo Liberti, il luminare Fukushima e la caposala del reparto Iannicelli. Sospeso per 9 mesi dall’attività anche il direttore del dipartimento di neuroscienze reo di non aver preso gli adeguati provvedimenti disciplinari nei confronti dei 4 indagati. (050416 Giuseppe Leone)
Prendevano soldi per far saltare le liste d’attesa ai pazienti che dovevano avere delicati interventi di neurochirurgia all’ospedale di salerno. Con l’accusa di concussione sono stati posti agli arresti domiciliari il primario del reparto di neurochirugia dell’ospedale di salerno Luciano Brigante e Gaetano Liberti allievo di Takanori Fukushima anch’esso accusato di concussione ma verso il quale non è stata emessa nessuna misura cautelare perchè al momento residente negli stati uniti, quindi impossibilitato a reiterare il reato. Accusa di concussione anche a carico di Annarita Iannicelli, caposala del reparto di neurochirugia dell’ospedale di salerno. Questo il gruppo che aveva escogitato il sistema per incassare soldi approfittando dei pazienti. Sono 9 i casi documentati. In pratica i malati che erano a carico del servizio sanitario nazionale, e che hanno ricevuto gli interventi durante i normali orari di lavoro, per saltare le liste d’attesa versavano da un minimo di 1500 euro ad un massimo di 60.000 euro. Le indagini avviate nell’aprile dello scorso anno hanno fatto emergere che i pazienti oggetto della richiesta erano spesso gravemente malati e con un’aspettativa di vita breve che li induceva appunto a pagare pur di accelerare l’intervento. Fukushima complice di Brigante eseguiva con lui gli interventi operatori mentre il suo allievo Liberti faceva da tramite indirizzando al primario i possibili pazienti dicendo loro a volte che senza un intervento tempestivo il rischio di morte sarebbe aumentato. A chiudere il cerchio la coordinatrice del personale infermieristico Iannicelli che garantiva la degenza nel reparto dove il team Fukushima, Liberti, Brigante operava. Era la caposala che invertiva i nomi nelle liste d’attesa. Liberti poi faceva pervenire ai pazienti una ricevuta del Fukushima brain institute con la causale “consulenza neurochirurgica”. Tutt’altro profilo è quello che vede coinvolto anche il direttore del dipartimento di neuroscienze e patologie cranio facciali dell’ospedale di salerno Saponiero che avrebbe dovuto promuovere accertamenti e assumere provvedimenti disciplinari nei confronti degli indagati su detti, cosa che non ha fatto, dice l’accusa, per l’amicizia che lo stesso aveva con Brigante. A suo carico la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per 9 mesi del dipartimento che dirigeva.