Il momento della consegna della targa a Franco Roberti
Il momento della consegna della targa a Franco Roberti
Ultimi giorni a Salerno per il procuratore capo della procura della Repubblica di Salerno, Franco Roberti, eletto alcuni giorni fa nuovo Procuratore Nazionale Antimafia in sostituzione di Grasso che aveva lasciato vacante la poltrona da gennaio per candidarsi alle elezioni. Questa mattina Roberti è stato ospite del Comando provinciale dei Carabinieri di Salerno dove, a salutarlo, è venuto il comandante della legione Campania, generale Carmine Adinolfi. “Un profondo conoscitore delle problematiche legate alla criminalità organizzata”, così Adinolfi che ha voluto fare un saluto particolare a Roberti apprezzato per le qualità morali e professionali. Per il neo Procuratore Antimafia, quindi, auguri pubblici ed una targa dall’Arma dei Carabinieri.
“L’Arma è come una mia seconda famiglia – ha invece detto Roberti – Sono contento per il nuovo incarico ma ho un contrasto emozionale. Mi dispiace lasciare Salerno. Abbiamo lavorato bene. Abbiamo svolto con mezzi limitati ma grande abnegazione un’azione di contrasto efficace. A Salerno, inoltre, abbiamo visto cose innovative nei reati contro la pubblica amministrazione con brillanti operazioni condotte. Sono sicuro che, avendo impostato un metodo investigativo valido, continueremo a lavorare bene”. Ed ancora “Nel 2008 dopo la cattura del latitante Setola il ministro Maroni ci ricevette in Quirinale. I risultati ottenuti sono frutto di una sinergia splendida tra magistratura e polizia giudiziaria. Non rompiamo questo rapporto. Cooperare e rafforzare la sinergia tra forze di polizia europee, la sfida ora è questa”.
65enne napoletano, Franco Roberti, è in magistratura dal 1975, dal 2009 procuratore capo di Salerno, è una delle toghe più apprezzate in Italia. Una vita trascorsa a combattere le cosche camorristiche e la criminalità economica e politica. E’ statoania,, in Camp a Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), Napoli e Salerno. Dalle indagini sul dopo terremoto in Irpinia, agli otto anni a Roma in Direzione Nazionale Antimafia, fino al ritorno a Napoli nel 2001, come procuratore aggiunto e poi coordinatore unico della Dda fino al 2009. Un’elezione secondo le previsioni della vigilia, la sua. Il plenum del Csm gli ha attribuito 20 voti tra cui quelli del vicepresidente Michele Vietti, del presidente Giorgio Santacroce e del pg di Cassazione Gianfranco Ciani, contro i 6 del candidato arrivato al ballottaggio, il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso. Il magistrato napoletano va a ricoprire il ruolo fino allo scorso gennaio rivestito da Piero Grasso, diventato presidente del Senato. (310713 Gf)