Il provvedimento odierno della Dda di Salerno, con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Fedele Ragosta, è soltanto l’ultimo di una vicenda giudiziaria iniziata al Tribunale di Napoli. Ricostruiamola anche riportando la replica del legale dell’imprenditore secondo il quale non ci sarebbe la concretezza del pericolo di fuga che giustificherebbe la carcerazione. L’imprenditore era già ai domiciliari per l’inchiesta della Procura di Napoli con un ricorso pendente. (040213 Giancarlo Frasca)

Ragosta era già stato oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare nel 2012, assieme ad altre 59 persone, nell’ambito di una vasta indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Napoli e condotta dalla Guardia di Finanza della città partenopea, per i reati di associazione a delinquere, reimpiego e riciclaggio di proventi illeciti. “Bad Iron”, il nome dell’operazione dello scorso anno su presunti intrecci tra impenditori ed esponenti di spicco del clan Fabbrocino. All’epoca il Gruppo Ragosta, attivo anche in campo siderurgico ed alimentare, aveva definito paradossali “le misure restrittive eseguite con l’accusa di riciclare denaro della camorra nonostante in precedenza ci fosse stato un decreto di archiviazione che aveva escluso proprio qualsiasi forma di riciclaggio”. Ad aprile del 2012, tra l’altro il Tribunale del Riesame aveva disposto la scarcerazione per i fratelli Ragosta sancendo “l’assenza di legami con la camorra”, ritenendo insussistenti tutte le accuse e rimettendo in libertà l’imprenditore.
Ma la vicenda aveva proposto nuove puntate nei mesi seguenti. A luglio il Pm aveva reiterato la richiesta, con un nuovo annullamento del Riesame per difetto di forma. Nuova reiterazione ad agosto e, stavolta, nel mese di settembre del 2012, la conferma del Riesame anche se il Gip aveva scarcerato Fedele Ragosta per mancanza di esigenze cautelari, destinandolo ai domiciliari dove era fino ad oggi.
Sulla questione, tra l’altro, come dichiarato l’avvocato Mario Papa, che ne cura gli interessi, ascoltato da Telecolore stamani, è pendente un ricorso in Cassazione.
Oggi il nuovo capitolo con l’indagine della Dda di Salerno e l’ordinanza di custodia in carcere. Il legale dell’imprenditore, ha giudicato se non altro strano che due autorità giudiziarie si muovano sulla stessa vicenda in maniera apparentemente autonoma, Una cosa definita assurda, dall’avvocato Mario Papa, secondo il quale si riarresta per la quarta volta una persona per la stessa vicenda. Sempre secondo il legale, inoltre, non ci sarebbero esigenze di sicurezza da giustificare il carcere rispetto ad un episodio di 9 anni fa, con un bene, affidato alla custodia giudiziale, come l’Hotel Raito e, tra l’altro, con i procedimenti napoletani ed un ricorso pendente.