Ancora un morto per overdose nel centro storico di Salerno. Il corpo senza vita di un uomo è stato ritrovato in vicolo Sant’Antonio, una zona da tempo abbandonata e degradata, nonostante le denunce dei residenti che lamentano un continuo via vai, nelle ore notturne, di spacciatori e tossicodipendenti. Con quella di oggi salgono a tre i decessi dovuti all’uso di sostanze stupefacenti in poche settimane nella città di Salerno e cresce il sospetto che possa esserci una partita di droga tagliata male. (040415)
Sarebbe originario di Capaccio l’uomo che ha perso la vita, durante la notte, nel centro storico di Salerno, presumibilmente per overdose, in un vicolo a pochi passi dal Duomo di San Matteo. Ad allertare le forze dell’ordine alcuni residenti che, intorno alle 3, sono stati svegliati dal trambusto proveniente dalla strada. Un paio le persone che sarebbero state viste nel vicoletto Sant’Antonio, parallelo a Via Trotula De Ruggero, che collega San Massimo con la discesa di Montevergine, quella proveniente da Via De Renzi. Il cuore antico, insomma, della città di Salerno, meta di turisti e visitatori che, però, di notte, si trasforma come decunciato molte volte dai residenti. Il degrado la, infatti, da padrone e quanto accaduto sarebbe soltanto l’ennesima tragedia della disperazione e dell’abbandono. Spesso i residenti hanno denunciato il quotidiano scarico illegale di rifiuti e materiale proveniente da cantieri edili, fortunatamente rimosso nei giorni scorsi da Salerno Pulita, oltre che un via vai strano di auto e motorini nelle ore notturne. Dopo mezzanotte, infatti, la zona si trasformerebbe in una vera piazza di spaccio con i fori nelle storiche mura utilizzati a mo di fermo posta, per lasciare dosi occultate in contenitori di plastica, come quelli delle sorprese dei noti ovetti di cioccolata mentre per consegne più ingenti si preferirebbero pacchi di pasta. Una quotidiana attività testimoniata anche dalle centinaia di siringhe nei muri di vicolo Sant’Antonio, quasi irriconoscibili, sciolte come candele dal fuoco e delle quali restano soltanto gli aghi anneriti, un moderno muro di un pianto quotidiano per le tante vite spezzate.