Mentre l’inchiesta sul crack Amato prosegue e potrebbe estendersi oltre le 5 persone agli arresti domiciliari, mercoledì riprenderà la produzione nello stabilimento della zona industriale di Salerno che, da tempo, ha separato il proprio destino dai vertici societari. Il pastificio ed il marchio, infatti, sono stati affidati, per ora in fitto,alla Di Martino di Gragnano. (010712)
Continuano le indagini sul crack delll’Antonio Amato. Il tribunale di Salerno ha analizzando nei dettagli tutta la documentazione, dai bonifici bancari, ai movimenti di grosse somme tra diversi conti riconducibili alle società coinvolte nel fallimento della storica società salernitana. A parte le cinque persone già agli arresti domiciliari, tra esponenti dei vertici aziendali, politici e professionisti, l’inchiesta riguarda altri 37 indagati.
Un ciclone giudiziario che è stato osservato da lontano in via Tiberio Claudio Felice, nello stabilimento che fino allo scorso anno apparteneva alla famiglia Amato, tra i più moderni in Italia per la produzione di pasta, soprattutto dopo l’inaugurazione alla fine del 2010, di una nuova linea, la San Guiuseppe, tra le più veloci al mondo. Al momento di decretare il fallimento dell’Antonio Amato, infatti, il Tribunale decise di separare i destini della società, con i suoi vertici, da quelli dello stabilimento, del marchio e anche dei dipendenti, una sorta di bad a good company per salvaguadare l’attività. Se, quindi, l’inchiesta ha portato a cinque ordinanze di custodia cautelare e potrebbe ulteriormente allargarsi nelle prossime settimane, nella zona industriale di Salerno si pensa esclusivamente a lavorare per far riprendere quanto prima la produzione. 19 gli ex dipendenti che sono tornati a varcare il cancello del loro stabilimento e che, dopo una prima fase destinata alla disinfestazione ed a interventi di manutenzione, si concentreranno da domani mattina a far ripartire le linee. Martedì saranno definiti nei dettagli i piani produttivi e mercoledì le linee potrebbero tornare a produrre pasta. Ad affiancare i lavoratori, in questi giorni l’ottantenne, Gaetano Di Martino, zio di Giuseppe, proprietario del pastificio di Gragnano, che ha seguito tutto il percorso per l’aggiudicazione del contratto di fitto temporaneo dello stabilimento, che ogni giorno è nel suo nuovo ufficio salernitano per verificare che tutto vada come previsto. Cinque i maestri pastai tornai al lavoro, Abate, De Benigno, Iavarone, De Caro e Sabatino, Sette i confezionatori, Mazza, Giuseppe e Carmine Barone, Barba, Sirico, Russo e Caglia, due eletrricisti Alfanmo e Ciccarelli, ed ancora i carrellisti Paladino, Rinaldi e l’addetto alla portineria Ventura oltre a Franco Memoli. A loro il compito di far rinascere il pastificio e riportare il machio Amato nei negozi e nei supermercati in Italia e nel mondo e di fare da apripista per la riassunzione di altri ex dipendenti.