Non si attenuano le polemiche all’indomani dell’infuocato consiglio comunale di Salerno che ha dato il via libera, dopo oltre 5 ore di discussione, ad una serie di provvedimenti finanziari ed urbanistici. Maggioranza divisa in particolare sul piano di alienazioni di alcune aree e per la variante alle norme di attuazione per la zona industriale del capoluogo. (011117 Giancarlo Frasca)
Proteste di Forza Nuova a parte, che hanno vivacizzato l’inizio della discussione, subito rientrate tra l’altro, il consiglio comunale del 31 ottobre a Salerno, durato oltre 5 ore e terminato nel pomeriggio, ha rischiato di mandare in frantumi la maggioranza, con alcuni consiglieri che hanno votato contro alcuni provvedimenti proposti dall’amministrazione o, comunque, si sono astenuti. Il riferimento va in particolare a due dei punti all’ordine del giorno, il piano di alienazione di alcune aree di proprietà del comune ed il recepimento della variante per gli insediamenti nella zona industriale.
– Su quest’ultimo punto si è registrato il no da parte del presidente della commissione Sport Corrado Naddeo e l’astensione di Leonardo Gallo che, al pari di Lambiase, dai banchi delle opposizioni, hanno contestato l’apertura maggiore ad attività non industriali che potrebbe ostacolare il ritorno di attività imprenditoriali nella zona. Tutto questo senza trascurare gli errori contenuti nella variante messa a punto dall’Asi. All’articolo 13, infatti, si dice che la zona è destinata ad insediamenti di piccole industrie, artigianali commerciali nonché di attività terziarie nel rispetto degli articoli 15 e 16 della legge regionale 16 del 2013. Peccato che questa norma di palazzo Santa Lucia non sia assolutamente attinente a questo tema ma, bensì, sia relativa all’istituzione del comune unico di Montoro.
– Ma la discussione si è infiammata in particolare sul piano di alienazione di suoli di proprietà comunale, iscritte a bilancio con una entrata prevista di 50 milioni di euro legata alla vendita di diritti edificatori per Piazza Mazzini, Via Vinciprova, Ex Cementificio e Litoranea Orientale, nei pressi del campo Volpe per un totale di 80 mila metri quadrati. Un atto che ha diviso la maggioranza ed ha innescato una lunga discussione e che, secondo quanto emerso nel consiglio comunale, sarebbe destinato ad essere poi neutralizzato dalla revisione del Piano Urbanistico entro fine anno che dovrebbe impedire, di fatto, la vendita vera e propria. Insomma un’alienazione solo sulla carta e per motivi contabili, così come fatto ad esempio dalla Provincia di Salerno per alcuni beni di sua proprietà come l’Archivio di Stato. Una spiegazione, comunque non ufficiale, che non è bastata a Naddeo, Stasi e Gallo che hanno deciso di votare contro. Tutto questo senza considerare che, se non dovesse cadere entro dicembre, il provvedimento consentirebbe di acquisire i diritti edificatori in aree in gran parte centrali a prezzi inferiori a quelli del mercato. 680 euro a metro quadro per l’ex cementificio, 850 per Piazza Mazzini, 445 per Via Vinciprova e 398 per la litoranea.