Tutto come previsto o quali. L’assemblea degli azionisti nella nuova società consortile, proprietaria dell’aeroporto Costa D’Amalfi di Bellizzi-Pontecagnano, riunitasi nello studio del notaio salernitano Francesco Coppa in corso Vittorio Emanuele, ha deciso per la ricapitalizzazione (aumento di sei milioni del capitale). Una scelta precisa per rilanciare lo scalo in un momento cruciale, tra progetti di allungamento della pista in procinto di partire, e voli di linea che, dopo l’esperienza con Alitalia, si sono bruscamente interrotti nei giorni scorsi, proprio alla vigilia delle vacanze pasquali. Una ricapitalizzazione alla quale avrebbe deciso di non aderire, invece, come preannunciato nelle ultime settimane, l’amministrazione comunale di Salerno, da tempo in rotta di collisione con la gestione dello scalo aeroportuale. “Noi crediamo che questa attività, importantissima por lo sviluppo del territorio, debba essere inquadrata in un contesto industriale – ha detto l’assessore al bilancio del Comune di Salerno, Alfonso Buonaiuto, presente all’incontro – Non ha più ragione di esistere questo consorzio di comuni, andrebbe dismesso e fatto rientrare nella società per azioni che è il vero gestore dello scalo. Il disegno, però, è differente dalla gestione industriale. Abbiamo chiesto le dimissioni del presidente Giovanni Romano affinché si possa parlare dell’accorpamento”. Di diverso avviso Adriano Bellacosa, rappresentante della Provincia di Salerno: “Crediamo nel progetto di sviluppo. Il Comune ha detto che avrebbe partecipato all’aumento di capitale. ora pone la condizione delle dimissioni di Romano. Si continua a legare scelte strategiche a poltrone. Credo che saremmo pronti a metterla a disposizione se, poi, loro fossero disponibili a supportare l’aeroporto”. Sullo sfondo la possibile costituzione di una rete dei piccoli aeroporti con Brescia e Verona (definito, a dire il vero primario nel piano aeroportuale del Governo ultimato ufficialmente pochi giorni fa) per consentire una rapida ripresa dei voli di linea, indispensabili per conservare le autorizzazioni e l’esigenza di assicurare l’attività quotidiana che si basa, soprattutto, su collegamenti privati e charter. Dopo l’abbandono di Alitalia, infatti, il Costa d’Amalfi continua a far registrare una media di 26 voli al giorno.