Nuovo provvedimento, stavolta della Magistratura salernitana, per le Fonderie Pisano di Fratte che solo pochi giorni fa aveva ripreso l’attività, dopo la sospensione della Valutazione di impatto ambientale da parte della Regione, in attesa di alcuni interventi richiesti dall’Arpac. Nella serata di oggi, infatti, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Salerno ha provveduto al sequestro di tutta la struttura (240616 Giancarlo Frasca).
Sequestro preventivo cautelare reale d’urgenza per l’intero impianto produttivo delle Fonderie di Fratte a Salerno e sette persone indagate. A disporlo, nell’ambito di un procedimento penale, la procura della Repubblica di Salerno che ha dato mandato al Noe dei carabinieri, il Nucleo Operativo Ecologico, che era stato incaricato delle indagini di Polizia Giudiziaria, di provvedere all’esecuzione. Soltanto pochi giorni fa lo stabilimento aveva ripreso la produzione dopo aver ottemperato ad una serie di richieste segnalate dall’Arpac e che avevano portato alla sospensione dell’attività da parte della Regione Campania. Una ripresa comunque sotto il controllo dei tecnici dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente per ultimare una serie di controlli.
Ora il nuovo provvedimento giudiziario, a pochi giorni dalla convocazione, prevista per fine mese a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico di proprietà, regione Campania e lavoratori, per cercare di trovare una soluzione alla delicata questione della delocalizzazione, della quale si parla da anni e che, anche alla luce del sequestro deciso ora dalla procura, diventa non più rinviabile per evitare la morte delle Fonderie.
Il sequestro è stato motivato dalla procura per una serie di reati ambientali in relazione allo scarico di acque reflue inquinanti, alla gestione illecita di rifiuti speciali anche pericolosi ed alle emissioni nocive in atmosfera, nonché per danneggiamento di beni pubblici, gettito di cose idonee a molestare le persone, violazione della normativa antincendio e la sicurezza dei luoghi di lavoro nonché per abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.
Reati contestati in quanto, all’esito degli accertamenti delegati dalla Procura, anche a seguito di numerose denunce e segnalazioni giunte alla Polizia Giudiziaria ed alla procura, l’ultima volta solo poche ore prima presso la sede del Noe in Via Duomo, da parte dei Comitati, dalle quali si rilevavano le persistente doglianze per l’intollerabilità delle emissioni moleste sia per odori che per fumi e polveri, con l’invivibilità degli ambienti domestici, sarebbe emerso che l’impianto delle Fonderie Pisano sarebbe privo di una valida autorizzazione, si legge in una nota della procura, in quanto quella esistente sarebbe ritenuta illegitima, illecita ed inefficace. Sempre secondo la procura, inoltre, le Fonderie non rispetterebbero i limiti e le prescrizioni imposte dalla pur illegittima autorizzazione.