Scontro aperto tra le associazioni delle strutture di riabilitazione campane ed il governatore Caldoro. Con un annuncio a pagamento apparso su diversi quotidiani regionali, hanno denunciato l’accordo che sarebbe stato siglato soltanto con alcune associazioni minoritarie del settore, senza la condivisione delle altre che non garantirebbe le prestazioni riabilitative autorizzate dalla regione con milioni di prestazioni non più garantite. Secca la replica del presidente della giunta regionale. (170515)

Da domani 2.800.000 prestazioni di riabilitazione ai diabili potrebbero non essere più garantite e 42.000 disabili potrebbero trovarsi senza prestazioni di semioconvitto, 20.000 bambini senza trattamenti di riabilitazione, con 3500 lettere di licenziamento collettivo e 2000 disdette di contratti con professionisti. Almeno è quanto hanno denunciato le associazioni di categoria ed associazioni di famiglie Aias-coordinamento regionale Anffas Onlus, Federlab riabilitazione e le strutture della riabilitazione della Campania che con un annuncio a piena pagina a pagamento, apparso su alcuni quotidiani hanno attaccato duramente la Regione Campania che in piena campagna elettorale avrebbe firmato un accordo con alcune associazioni minoritarie di categoria senza la condivisione delle maggiori che rappresenterebbero 65 strutture che erogherebbero il 65% dei volumi delle prestazioni giornaliere.
Un decreto che secondo quanto denunciato non garantirebbe tutte le prestazioni riabilitative. da qui l’annuncio di una manifestazione di protesta per il 22 maggio a Napoli, in via Partenope.
Immediata la replica, nonostante il giorno festivo, da parte del presidente della giunta regionale Caldoro, ricandidato con il centriodestra.
“Accuse false, falsissime”. Così Caldoro che ha voluto smentire i 3500 licenziamenti e le decine di migliaia di trattamenti interrotti “per colpa della Regione Campania”. “Come Regione – ha ribattuto Caldoro – abbiamo dato al settore della disabilità oltre 25 milioni di euro in più in tre anni. Anzi, è l’unico settore al quale abbiamo dato più risorse. Chi non fa ciò che deve sono spesso i Comuni, compreso quello di Salerno, che non riescono a finanziare ciò che compete loro. Per noi invece la disabilità è sempre stato un tema centrale, ed è l’unico fondo che non è stato ridotto ma anzi incrementato”. Si potrebbero commissariare gli inadempienti? “I piani d’ambito vengono commissariati e noi abbiamo una vigilanza assidua sulle strutture. Ma non possiamo prendere le risorse dal bilancio dei Comuni, se non le hanno o non le vogliono dare. Li possiamo responsabilizzare, ma nel frattempo la Regione si è già mossa mettendo in campo 25 milioni in più. Chi si lamenta sono gli imprenditori della sanità che allarmano le famiglie, ed è una cosa che non si deve fare”.