Allarme sull’inquinamento da polveri sottili per i capoluoghi di provincia della Campania, in particolare per Napoli e Salerno. A lanciarlo Legambiente. Nelle classifica delle sei città piu’ inquinate d’Italia, ben tre sono città campane. A guidare la classifica di Legambiente “PM10 di tengo d’occhio” relativa all’anno appena concluso, ci sono Torino (126 giorni di superamento, su un massimo di 35 consentiti, del limite medio giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo stabilito dalla legge), segue Napoli (120) la seconda città più inquinata d’Italia , poi al quinto posto Salerno (90) e sesta Benevento (89).
Dati che secondo Legambiente indicano la necessità di imprimere un cambiamento decisivo che metta al centro la rigenerazione e riqualificazione urbana, dove il trasporto urbano non sia più incentrato sull’utilizzo del mezzo privato ma sulla mobilità pubblica sostenibile con mezzi a basso impatto ambientale. Temi che saranno affrontati nella 26esima edizione dal Treno Verde 2014, partito da Roma e che in Campania farà tappa a Caserta il 28 febbraio, 1 e 2 marzo, la campagna di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane dedicata al rilevamento dell’inquinamento atmosferico e acustico e pensata per informare, sensibilizzare e promuovere tra i cittadini le buone pratiche per una mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle polveri inquinanti.
“Le nostre città – ha detto Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – devono tornare a respirare, ad essere più verdi, ad avere uno sviluppo in sintonia con l’ambiente ed essere delle fucine di innovazione. Ripensare i centri urbani, migliorare la qualità di vita e dell’aria significa prima di tutto ripartire dal trasporto pubblico, che si conferma essere un passaggio strategico per il cambiamento dei nostri centri urbani. Oramai da anni nella nostra regione si sta celebrando il funerale del trasporto pubblico: con continui tagli, con la politica che non risolve o fa finta di nulla con i cittadini vittime che continuano a pagare sempre di più per un servizio che non c’è.
E così nel silenzio delle istituzioni si sta peggiorando in maniera decisiva la qualitá di vita delle persone e delle cittá con conseguenze inimmaginabili dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Basta pensare alla situazione della Circumvesuviana, una autentica vergogna italiana, dove la riduzione delle corse in due anni è stata di oltre il 40% (dal 2011 al 2013) e per i pendolari diventa sempre più difficile entrare nelle carrozze e in tanti stanno abbandonando il treno per tornare all’automobile”. (120214)