Si inasprisce la battaglia tra Comune di Salerno, da un lato, comitati ed Italia Nostra dall’altro, per il Crescent. Il sindaco è passato al contrattacco. Dopo le accuse dell’associazione ambientalista, e le diffide al Soprintendente ed a funzionari dell’ente di Via Roma, De Luca ha proposto denuncia-querela, riservandosi di agire per il risarcimento dei danni connessi all’azione diffamatoria che sarebbe stata messa in atto. (090114)
Interpretazioni errate della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 23 dicembre, tali da mistificare la realtà e denigrare e diffamare l’operato dell’amministrazione ed, inoltre, pressioni indebite nei confronti dei funzionari del Comune di Salerno. Queste le accuse del sindaco De Luca. La battaglia per il Crescent, tra amministrazione De Luca e Comitati con Italia Nostra si inasprisce ulteriormente. Dopo i comunicati dei giorni scorsi, e le diffide inoltrate all’avvocatura dello Stato, al Soprintendente Miccio ed a funzionari di Palazzo di Città, da parte di chi si oppone alla realizzazione dell’edificio semicicircolare, il primo cittadino è passato al contrattacco. Con una nota apparsa sul sito dell’ente, infatti, De Luca ha annunciato di aver proposto denuncia-querela nei confronti dei rappresentanti di comitati ed associazioni, che hanno promosso azioni e pressioni indebite nei confronti di pubblici funzionari. Tali atti, iniziative e pressioni, secondo De Luca, costituirebbero una indebita interferenza nello svolgimento dell’ordinaria attività amministrativa ed una illegittima intimidazione agli organi dell’Amministrazione Comunale obbligati per legge a dare esecuzione alla sentenza 6223/2013 del Consiglio di Stato. De Luca si è anche riservato di agire per il risarcimento dei danni connessi all’azione definita nella nota “denigratoria e diffamatoria, mirata a mistificare la realtà, diffondendo notizie erronee rispetto alla legittimità dell’attività dell’Ente, verificata con la suddetta sentenza del CdS”. Contemporaneamente, intanto, il Comune sta definendo la strada da seguire per richiedere le autorizzazioni paesaggistiche annullate dal Consiglio di Stato nella sentenza nella quale, invece, aveva giudicato legittimo il procedimento.