Grave crisi del Cstp, l’azienda salernitana della mobilità. Dopo i sacrifici dei dipendenti ed il piano di ristrutturazione, il concordato rischia di naufragare per l’indisponibilità di alcuni enti proprietari a formalizzare la ricostituzione del capitale sociale. Da domani potrebbero scattare nuove forme di protesta con il presidio dei lavoratori del Cstp ai Comuni morosi o che non hanno ancora deliberato sulla ricapitalizzazione dell’azienda. (020613)
Parafrasando un famoso detto, per il Cstp è la quiete prima di un possibile tempesta. Messa da parte la rabbia e la preoccupazione per una vertenza che, dopo le speranze dei mesi scorsi, è imrpvvisamente precipitata, i dipendenti dell’azienda salernitana della mobilità sono tornati da ieri al lavoro, chi in officina, chi negli uffici ed ovviamente gli autisti alla guida dei propri autobus. Seppur con tante difficoltà, per diversi mezzi fermi per problemi di manutenzione, i lavoratori del Cstp non hanno voluto far mancare i loro servizi ad una provincia, quella di Salerno, che ha visto pèeggiorare il livello di qualità offerto per il trasporto pubblico locale in maniera considrevole.
In ballo circa 600 posti di lavoro, una cifra che cresce se si considerano anche i lavoratori di un’altra azienda storica del settore, seppur privata, cioé la Sita Sud, che da tempo sta minacciando di voler lasciare la Campania.
Un settore in piena emergenza, quindi quello dle trasporto regionale che sta creando non pochi problemi a studenti e pendolari.
Intanto c’è preoccupazione per l’eventuale revoca delo concordato0 rpeventivo, come ventilato nella relazione presentata dal commissario giudiziale Tommaso Nigro. A opesare la mancata ricapitalizzazione da parte di alcuni enti proprietari. Soltanto 9 comuni hannio rispettato la scadenzxa dello sxcorso 28 febbraio. A mancare all’appello ben 14 enti locali.
Tutto questo con un’azienda che, sempre sencondo la relazione, non sembrerebbe capace di uinvertire il trend negativo in perdita e di non riuscire ad attuare l’eserciizio provisorio.
I due pricipali soci del consorzio, intanto restano alla finestra, pronti ad impegnarsi per evitare il tracollo. Il Comune di Salerno ha da tempo rilevato altre quote inoptate, e sta studiando possibili soluzioni tampone. La provincia, che sta portando avanti l’idea di un’azienda unica per partecipare alle gare che saranno indette dalla regione campania, si è detta anche disponibile ad acquitsrae ulòteriori quote per immettere altro capitale e liquidità.