Primo maggio, festa del lavoro che c’è sempre meno, soprattutto al Sud ed in Campania. In un anno, in Italia secondo i dati Istat, sono stati persi 248 mila posti senza considerare i lavoratori in cassa integrazione o, comunque, che si sostengono grazie agli ammortizzatori sociali. I problemi maggiori per donne e giovani. La disoccpazione giovanile, tra i 15 ed i 24 anni, ad aprile ha toccato quota 38,4, il livello più alto in Europa subito dopo Grecia e Spagna. (010513 Giancarlo Frasca)
I dati ufficiali dell’Istat, l’insituto nazionale di statistiche parlano chiaro e, forse, fotografano soltanto un lato del problema che sarebbe ben più grande, secondo i sindacati, non tenendo conto, ad esempio, del fenomeno dei call center che, a volte, occupano le persone soltanto per alcuni giorni. In ogni caso, sebbene il tasso di disoccupazione in Italia sia rimasto invariato tra marzo e febbraio, cioé l’11,5%, la situazione è quanto mai delicata. Un tasso in crescita dell’1,1% su base annua, che vuol dire 2.950.000 persone senza lavoro. Di queste tante donne e giovani. La disocupazione giovanile in Italia ha toccato quota 38,5%, nella fascia di età considerata dall’istat, dai 15 ai 24 anni, ra le peggiori in Europa, subito dopo Grecia e Spagna. Una situazione destinata a peggiorare, secondo la Cgia di mestre, secondo la quale alla fine del 2013 i nuovi esclusi dal mercato del lavoro, cioé disoccupati, cassintegrati a zero ore ed anche scoraggiati, potrebbero aumentare rispetto all’anno precedente, di quasi 520 mila unità.
Secondo i dati diffusi ieri dai sindacati, nella conferenza stampa delle iniziative per il primo maggio, inoltre, nel salernitano nel 2012 gli occupati sarebbero 357 mila, dei quali 220 mila uomini e 127 mila donne, con un tasso di occupazione del 46,1%, 58,6 per gli uomini e 33,8 per le donne per le quali la disoccupazione è a quota 21,7 contro il 15,1 degli uomini. Tasso complessivo, invece, del 17,6% ben al di sopra della media nazionale.
Sullo sfondo le tante vertenze aperte a Salerno ed in provincia, con altri posti di lavoro a rischio. Tra manifatturiero ed agroalimentare, negli ultimi anni, migliaia di persone sono rimaste senza occupazione.