Attuare il programma di sorveglianza sanitaria nei loro confronti e delle famiglie. A chiederlo all’Asl di Salerno gli ex lavoratori Isochimica, l’azienda irpina che si occupava della scoimbentazione delle carrozze ferroviarie dall’amianto. Presidio questa mattina davanti all’ingresso della sede di Via Nizza. Secondo il direttore generale i problemi sarebbero da imputare a ritardi della Regione Campania. (030413 Giancarlo Frasca)
Gli anni passano, loro continuano ad ammalarsi e, purtroppo a morire. Sono gli ex operai dell’Isochimica di Pianodardine, in provincia di Avellino, che questa mattina sono tornati in piazza, presidiando l’ingresso dell’Asl di Salerno, chiedendo l’avvio del sistema di sorveglianza sanitaria, annuale e gratuita, per le persone esposte all’amianto. Un piano finanziato nel 2007 dalla Regione Campania e confermato nel settembre 2012 con un protocollo d’intesa siglato alla Provincia di Salerno.
L’azienda nella quale lavoravano, infatti, fino agli anni ’90 si occupava della scoibentazione delle carrozze ferroviare, cioé della bonifica dall’amianto utilizzato per l’isolamento dai fuoco dei vagoni. Oltre 350 gli operai impiegati nel corso dell’attività nello stabilimento irpino, dei quali un’ottantina del salernitano, che lavoravano 60 carrozze al mese, ognuna delle quali conteneva 2 quintali di amianto, sostanza particolarmente pericolosa con la quale sarebbero venuti a contatto senza le opportune precauzioni. Ufficialmente sono 116 gli ex operai ammalati di asbestosi, due dei quali verserebbero in gravi condizioni. Nove, invece, gli operai deceduti. Da qui la necessità, secondo gli operai di avviare quanto prima delle visite specialistiche, con un sistema di monitoraggio allargato anche ai familiari.
Una delegazione di lavoratori ha, poi, incontrato il direttore generale, Antonio Squillante, ed il dirigente dell’Asl, Mimmo Della Porta che, però, hanno ribadito la volontà dell’Azienda di provvedere alle visite ma di essere in atesa di una comunicazione ufficiale da parte della Regione Campania. In base alle normative vigenti, infatti, ha sottolineato Squillante, l’Asl non può avviare lo screening fino a quando non riceverà un elenco ufficiale da Palazzo Santa Lucia delle persone interessate. Sulla questione dei familiari, poi, la legge 250 sarebbe chiara e prevederebbe controlli soltanto per glio operai direttamente interessati. Tutto questo per gli alti costi delle visite speciliastiche da effettuare.
Intanto gli ex dipendenti Isochimica vanno avanti per la loro strada scegliendo anche di coinvolgere Guariniello, il Pm del caso Eternit e di altre inchieste nel settore ambientale e non solo. Il prossimo 7 aprile presso la Procura di Torino sarà presentata una denuncia querela a tutela dei ferrovieri esposti e vittime dell’amianto per lesioni alla salute, in relazione a casi di mesotelioma pelurico che ha colpito un lavoratore delle Officine Grandi riparazioni di Torino, una delle aziende che come l’Isochimica hanno lavorato per le Ferrovie dello Stato. Proprio da questo ulteriore esposto che arriverà direttamente nelle mani di Raffaele Guariniello, i lavoratori ex Isochimica di Avellino e Salerno attendono una svolta importante per la loro lunga battaglia sul fronte giudiziario. L’avvocato Ezio Bonanni sarà ad Avellino il prossimo 13 aprile per illustrare pubblicamente i termini della questione insieme al segretario dell’Osservatorio nazionale Amianto Michele Rucco, con Virgilio Romano e ai coordinatori irpini Franco D’Argenio e Carlo Sessa.
Tutto questo senza dimenticare i problemi della bonifica del sito di Pianodardine. Come denunciato dal Wwf, alla fine degli anni ’80, l’amianto sarebbe stato interrato all’interno delo stabilimento, creando altre situazioni di pericolo. E poi i blocchi di cemento, nei quali era stato inglobato l’amianto, ancora nel sito irpino. Dei 517 prodotti, depositati nel piazzale dell’Isochiminca, sono 48 risulterebbero bonificati. Gli altri 469 sono ancora lì, con il pericolo di rilascio di fibre.