Tanta gente al Grand Hotel Salerno per il faccia a faccia tra Pierluigi Bersani ed il sindaco del capoluogo Vincenzo De Luca al quale il segretario nazionale del Pd ha assicurato che nel caso dovesse andare al Governo farebbe leva sugli amministratori locali. All’esterno qualche accenno di contestazione da parte di una decina di persone che hanno accolto i politici al grido “Vergogna”. All’interno Bersani e De Luca hanno avuto, invece, un vero bagno di folla, al ritmo di Gianna Nannini. Ad introdurre il dibattito il segretario provinciale del Pd salernitano, Nicola Landolfi mentre a moderarlo il direttore dell’Unità Claudio Sardo.
All’inizio il segretario nazionale del Pd ha ribadito che occorre chiedere agli italiani di scegliere una maggioranza e un programma ed inoltre che serve una legge sulla corruzione. Sull’attuale presidente del Consiglio, poi, Bersani ha detto che l’immagine di credibilità che Monti ha dato all’Italia è un punto di non ritorno. Si alla disponibilità di Monti di impegnarsi per l’Italia ma, ha aggiunto Bersani, il prossimo premier dovrà essere eletto dai cittadini.
Nel botta e risposta moderato da Claudio Sardo è stata, quindi, la volta di Vincenzo De Luca che ha infiammato la platea anche con frasi del tipo “Non siamo come Bradd Pitt e George Clooney ma insieme vi faremo impazzire”. Sin dalle prime battute, comunque, ha preso di mira la Provincia di Salerno ed il presidente dell’ente di Palazzo Sant’Agostino, Edmondo Cirielli. Per il primo cittadino l’amministrazione provinciale sarebbe come un discount con ben 29 assessori e quelli che lasciano vanno a finire nelle Asl. “Altro che Lazio, qui da noi è un supermercato”, ha aggiunto De Luca che ha ringraziato quanti sono accorsi al Grand Hotel soprattutto “in un momento di incertezza per tanti militanti che hanno elementi di smarrimento”. Il primo cittadino ha anche attaccato la Regione Campania, parlando di clientele e dovendo fare i conti con qualche isolato contestatore dalla platea, poi zittito. De Luca si è, quindi, detto a favore di un cambio radicale, un messaggio che parte, ha detto, dalla città delle svolte dalla quale deve partire un’altra svolta sul piano morale. Un cambio che deve interessare le istituzioni perché “O producono decisioni o fanno morire la democrazia”.
“Via i cafoni arricchiti dalle istituzioni. Centralità dei Comuni, riequilibrio dei poteri e rinnovo della Pubblica Amministrazioni”. Queste le altre parole d’ordine enunciate dal sindaco di Salerno a Pierluigi Bersani al quale De Luca ha chiesto anche di impegnarsi per la semplificazione amministrativa e per ridurre le competenze delle province a protezione della costa, protezione civile e rischio idrogeologico dando più poteri ai comuni.
Una semplificazione condivisa anche da Bersani convinto, però, che gli attuali 8.300 comuni italiani siano troppi per far funzionare un sistema basato su di loro.
Anche Bersani, comunque, si è detto favorevole ad una svolta radicale perché “Istituzioni e rinnovamento morale vanno di pari passo”. Quindi un attacco a Berlusconi “venuto fuori da posizioni di disprezzo delle Istituzioni” ed al quale “è servito il disprezzo della gente come un carburante”.
Una stoccata anche per Grillo che “Vuole governare l’Italia dal tabernacolo della rete. Non risponde a nessuno ma dove vuole andare?”. Quindi, l’impegno, in caso di andare al governo di “pulire la politica e far funzionare le istituzioni promuovendo subito una legge sui partiti”.
Ad un futuro e possibile Governo di centro sinistra, invece, De Luca ha chiesto un impegno per i giovani, iniziando a cancellare le inefficienze e le politiche per il mezzogiorno, anche alla luce del recente rapporto Svimez che ha evidenziato il divario con il Nord del paese, colmabile solo in 400 anni. “Hanno consumato il futuro dei giovani del Sud bruciando decine di miliardi per Alitalia e quote latte e buchi”, ha aggiunto il sindaco di Salerno, secondo il quale “Il Sud è stato massacrato e stato rapinato di oltre 20 miliardi di euro dei fondi Fas. Se scompaiono le risorse pubbliche e private interi territori finiscono nelle mani della delinquenza”. “Lo Stato nel sud è l’occupazione del bottino di guerra per finanziare i partiti e le correnti – ha quindi detto – Il mezzogiorno resta la terra nella quale si respira il ricordo della miseria, della povertà, delle famiglie”. Quindi il pensiero è andato a Francesco De Sanctis che, per De Luca, univa Nord e Sud, “una grande figura non ricordata durante l’unità d’Italia”. Quindi, dopo aver rivendicato quanto fatto a Salerno, dall’impegno per promuovere il rinnovamento e gli investimenti ed assicurare la sicurezza, raggiungendo punte d’eccellenza nella raccolta differenziata dei rifiuti, De Luca ha affrontato le questioni più interne al Pd partendo dal presupposto che “Chiunque parli di rinnovamento deve mettersi 10 passi indietro di De Luca perchè qui lo facciamo da 10 anni”. Duro attacco anche ai parlamentari che prendono il vitalizio per 4 anni e la richiesta a Bersani di “Promuovere giovani in quanto titolari di responsabilità. Solo allora conta un giovane ed il suo sangue fresco. Ci sono dirigenti nazionali che mi fanno addormentare, altri mi costringono a toccarmi. Metti qualche giovane”
Impossibile non parlare, ovviamente di Primarie, tenendo conto che Bersani sta girando l’Italia, come Matteo Renzi, anche e soprattutto per questo (dopo Salerno andrà a parlare di centralità del Sud in Calabria, dove il commissario regionale è il salernitano D’Attorre). Bersani ha concluso dicendo che “Le primarie e questa discussione non ci ha fatto male. La gente apprezza gesti rischiosi e generosi”.
(270912 Giancarlo Frasca)