La povertà educativa ha ragioni diverse, da quelle di matrice territoriale a quelle legate alla condizione sociale ed economica della famiglia di origine. Nuovi dati mostrano come, in uscita dalla pandemia, la situazione economica del nucleo familiare continui a influenzare profondamente la possibilità di immatricolazione all’università. La recente indagine di Istat sul comportamento, gli atteggiamenti e i progetti futuri dei giovani tra 11 e 19 anni ha confermato l’impatto della condizione familiare sulle scelte educative. Nel passaggio tra le medie e le superiori, chi ritiene di avere alle spalle una famiglia con maggiori difficoltà si orienta meno spesso verso il liceo. Lo stesso condizionamento si registra anche nel passaggio dalla scuola all’università. Oltre 2 giovani su 3 (67,1%) con alle spalle una famiglia in condizione economica buona vogliono andare all’università. Mentre se la condizione economica è ritenuta negativa la quota scende a meno della metà del totale (46%). Nel 2022 il 51,7% dei giovani neo-diplomati si è iscritto all’università. Una quota che sul territorio nazionale varia dal 57% del centro Italia al 53,5% del nord, e scende sotto la metà del totale nel mezzogiorno (47,4%). Tra le regioni – al netto del Trentino Alto Adige in cui incide il fenomeno dei giovani che si iscrivono in università austriache – quelle agli ultimi posti sono tutte meridionali. Si tratta di Campania (39,2%), Sicilia (49,6%), Sardegna (51,5%) e Calabria, quest’ultima con un dato analogo a quello Veneto (52,3%).
Scendendo a livello locale, in 6 province oltre il 60% delle ragazze e dei ragazzi si è iscritto all’università nel 2022. Si tratta di Isernia (66,7%), L’Aquila (62,6%), Teramo (62%), Parma (61,8%), Trieste (61,2%) e Pescara (60,3%). Al contrario in circa un territorio su 5 i neodiplomati iscritti all’università rappresentano meno della metà del totale. In provincia di Salerno nel 2022 i neo diplomati che si sono iscritti all’Universita sono stati il 36,5%. È la percentuale più bassa d’Italia insieme a quella napoletana (38,6%). Si tratta degli unici territori che non arrivano alla soglia del 40%.
I dati relativi alle iscrizioni dei neo-diplomati all’università sono di fonte Istat