Raccontano la loro storia, spesso riferiscono informazioni incomplete perché la paura non è passata. Siamo nel centro di accoglienza di Via dei Carrari, a Salerno, gestito dalla Croce Rossa. Il lavoro della Prefettura, con la presenza dei due vicari, le dottoresse Fico e Palmisano, degli uomini della Polizia di Stato, del Comune di Salerno con la Protezione Civile, della Croce Rossa, dei suoi psicologi, e dei mediatori culturali, è preziosissimo. Finalmente queste persone, sbarcate a Salerno con la Geo Barents, non sono rimaste per ore al molo, ma grazie alle precise disposizioni del Prefetto, Francesco Esposito, dopo un’ora e tre quarti erano in viaggio per il centro di accoglienza. Qui vengono rifocillati, possono riposarsi, vengono ascoltati e fotosegnalati. Una procedura, quest’ultima, condotta dalla Polizia, che ha lo scopo di verificare eventuali precedenti a loro carico in ogni Paese grazie all’inserimento dei dati in un apposito database, l’Afis, nel quale sono raccolti impronte digitali e foto di persone italiane e straniere sottoposte a procedimenti penali. Le storie che emergono, e che ovviamente vanno riscontrate e verificate, sono drammatiche. Come quella raccontata da due fratellini di 6 anni, che hanno dichiarato di aver perso i genitori nell’attraversamento del Sahara. Spesso queste persone, prima di salire su un gommone e rischiare la morte per trovare una vita diversa, attraversano vari Paesi, finiscono nei campi libici, subiscono violenze. La macchina organizzativa in via dei Carrari è perfetta, nessuna sbavatura. Tutto funziona con un duplice obiettivo: capire chi si ha di fronte e rispettare la dignità di ciascuno. Non è facile stabilire chi sia minorenne o maggiorenne, non è facile tra i minorenni stabilire che abbia meno di 14 anni e, se non accompagnato, da collocare in strutture di accoglienza del Comune di Salerno. Non possiamo mostrarvi, per ovvi motivi, i volti di queste persone. Ma nei loro occhi, possiamo dirlo con certezza, ci sono smarrimento e speranza alo stesso tempo. La speranza di una vita migliore

Di Franco Esposito

Giornalista professionista, lavora a Telecolore dal 1984. Padre di tre figli, è laureato in Giurisprudenza col massimo dei voti. E' corrispondente del Corriere dello Sport e di Repubblica. Radiocronista e opinionista di Radio Bussola 24. Professore a contratto nel Master in Comunicazione dello Sport presso UniCusano. Cultore della Materia presso UniSa.

2 pensiero su “Storie di uno sbarco. Due fratellini di 6 anni hanno perso i loro genitori attraversando il Sahara”
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