Durante la quarta serata del festival si è tenuta, presso lo spazio Matteotti, la presentazione del libro “Erynn” con l’autrice E.G. Walrose, introdotta da Salvatore Sica e Alfonso Amendola. L’incontro ha cercato innanzitutto di chiarire cosa sia un fantasy e come bisogna approcciarsi ad esso: infatti, questo genere letterario, utilizzato spesso anche nei film, nelle serie tv, nei fumetti e nei videogiochi, è un tipo di romanzo che, come precisato da Sica ed Amendola, illustra mondi immaginari, fenomeni magici e soprannaturali ripresi per lo più dalla tradizione folkloristica e che “va letto entrando completamente nel contenuto del libro”, allontanandosi per un attimo dalla vita quotidiana.
In questo caso, il libro di E.G. Walrose si ispira ai racconti del folklore irlandese e dà una forte attenzione alla caratterizzazione dei personaggi e alla descrizione di scene e luoghi, focalizzandosi su tematiche come quelle del coraggio, dell’amicizia, del sacrificio, del bene e del male. Inoltre, la trama si differenzia da altri libri fantasy in quanto l’eroe è una bambina generosa, coraggiosa e ribelle di nome Erynn, la quale rimane orfana molto piccola dopo che un tragico incidente in nave vede coinvolti i genitori, nonché sovrani di due differenti mondi. La piccola viene in seguito cresciuta da affettuosi servitori e lontani parenti, che le insegnano le buone maniere e le forniscono anche un sapere enciclopedico. Inoltre, anche il mondo magico le insegnerà valori altrettanto fondamentali, circondandola di amici fedeli e bizzarri, essenziali nel suo percorso di crescita e nella lotta contro un male che si credeva distante. Allontanata dalla sua amata Irlanda, Erynn conduce i suoi studi in Inghilterra e nessuno, nemmeno la regina, è in grado di tenere a bada la ragazza ormai cresciuta, ma presto tutti capiscono che quel caratterino ribelle e quelle strane magie non solo non possono essere domate, ma anzi sono la giusta soluzione per fronteggiare senza timore l’oscurità imminente.
testo di Mattia Esposito