“La salute non può attendere” è il titolo del monitoraggio sul 2023 e i primi 4 mesi del 2024 realizzato da Federconsumatori con la Fondazione Isscon e il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil, dove si scoprono tempi lunghissimi in quasi tutta Italia
I dati che emergono dal Monitoraggio nazionale tracciano una sanità in grave affanno da Nord a Sud, con le Regioni del Mezzogiorno e delle Isole nelle quali si riscontra un aggravamento delle emergenze strutturali nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Le Regioni del Centro mostrano evidenti segnali di affanno, mentre altre Regioni, sia del Nord- Est che del Nord-Ovest, evidenziano dati, per molti versi, inediti sino al periodo pre-pandemico, ancor più rispetto alle loro eccellenze e per la spesa pubblica pro capite sanitaria che ricevono dal riparto del FSN. Risulta tenere bene il passo, in un contesto generale di ritardi nell’erogazione delle prestazioni, l’Emilia-Romagna, il cui indice di performance complessiva regionale, ad aprile 2023, registrava il 90%, divenuto, a inizio novembre 2023, il 94%, contro ad esempio, la performance regionale dell’Abruzzo, nello stesso periodo, del 61% (potendo rapportare solo la regione che calcola la propria performance regionale).
Il primato se lo aggiudica la Lombardia con 735 giorni di attesa per un’ecodoppler cardiaca all’Ospedale di Magenta. 677 giorni a Legnano (Milano) per una prima visita oculistica, per la stessa visita ne servono 523 a Gemona (Udine). Drammatica la situazione anche in Liguria dove a Chiavari servono 645 giorni per una colonscopia e 356 giorni per una visita programmata dermatologica (il limite massimo è di 120 giorni).
Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia e Sicilia non hanno alcun tipo di monitoraggio aggregato, né possibilità di reperibilità di dati, perché utilizzano ancora il cartaceo.
Per quanto riguarda la Campania occorrono 403 giorni per un elettrocardiogramma presso l’Azienda Napoli 1 centro, 351 per una visita neurologica, 357 giorni per una visita ortopedica, 270 giorni per una visita otorinolaringoiatrica, 361 per una visita pneumologca, 176 per quella oncologica
Il governo Meloni sta cercando di limitare questa situazione con il decreto appena approvato dal Consiglio dei ministri per tagliare le liste d’attesa che prevede, tra le altre cose, l’obbligo per tutte le regioni di avere un Centro unico di prenotazioni, cosa che aiuterebbe a gestire meglio i tempi e a monitorare le difficoltà.